L’Aquila,11 dicembre 2011 – Lettera aperta alla Città
Leggo e sento che sarebbero polemiche sterili, avvilenti e basate sull’emotività, come già disse l’ex Premier Berlusconi tempo fa per analoga questione, quelle nate dopo la testimonianza del Sindaco Cialente durante l’udienza del processo ai membri della Commissione Grandi Rischi e le sue successive dichiarazioni alla stampa.
E’ per chiarire una volta per tutte ed a tutta la città che scrivo questa lettera. Non sono polemiche sterili, avvilenti e basate sull’emotività di menti fragili. Qui c’è in gioco la Verità e la Giustizia per la morte di 309 nostri Concittadini. Ed è con nessuna acredine e nessun odio che tutti noi abbiamo affrontato e stiamo portando avanti il processo per arrivare alla Verità e per far sì che in nessuna altra parte del nostro Paese possa accadere quanto accaduto a L’Aquila prima del 6 aprile del 2009.
Secondo noi delle grosse responsabilità ci sono; secondo la parte avversa non ci sarebbero responsabilità. Ecco perché c’è la Magistratura che dovrà dirimere la questione partendo soltanto da dati oggettivi. Non siamo alla ricerca di nessun “capro espiatorio”. Ma senza Verità e Giustizia scriveremmo un’altra pagina nera della storia della nostra città. Badate: sono morte 309 persone perché il sisma è accaduto alle 3.32; se il sisma fosse accaduto di giorno le vittime sarebbero state migliaia.
Ebbene se ci sono state delle cose fatte male o non fatte è giusto che vengano fuori ed è giusto che chi non ha fatto o ha fatto male se ne assuma la completa responsabilità. Tengo a precisare che il processo si sta svolgendo in un clima teso, ma sereno e nel massimo rispetto della dialettica e del contraddittorio delle parti. La mia reazione,che confermo in ogni suo punto, è scaturita solo ed esclusivamente per le affermazioni contraddittorie e sconcertanti del Sindaco rispetto alle altre testimonianze e rispetto a quanto non fatto dal Sindaco in materia di Protezione Civile Comunale, nonostante la sua riferita paura.
Non penso che la ricerca della Verità e della Giustizia da parte mia e degli altri familiari sia una vergogna o una gogna. Inoltre dico con forza: non ho mai usato né mai userò la mia vicenda personale per fini politici. Queste due vicende camminano su due binari paralleli, ma che non si incontreranno mai . La mia vicenda personale è quella di un padre e marito che ha perso i suoi Beni più grandi e che è alla ricerca della Verità con fermezza, ma senza astio, e che ripone nella Magistratura la più completa fiducia per fare luce su quanto è accaduto prima di quella maledetta notte.
La scelta di essere candidato sindaco alle prossime amministrative rappresenta,invece, un impegno civile che scaturisce dall’aver constatato l’immobilismo della bassa politica partitica incapace di prendere decisioni importanti per il futuro della nostra città e di tutti i suoi cittadini. Non penso che l’essere “familiari di vittima di terremoto” debba essere un marchio o un’onta tale da essere relegati, come cittadini, ad un angolo della società come persone incapaci di prendere parte alla vita civile della stessa, immobilizzati nel proprio dolore.
Gradirei, allo stesso modo,che anche tutti gli altri soggetti che saranno impegnati nella prossima campagna elettorale abbiano il buon senso etico di tenere ben separata la mia vicenda personale dal mio impegno politico per il quale sono pronto e disponibile ad ogni confronto sugli obiettivi per il futuro della città. Agli Aquilani chiedo di aver fiducia nella Magistratura e di non dare giudizi superficiali senza conoscere l’intero incartamento processuale e la normativa riguardante la Protezione Civile Nazionale,Regionale, Provinciale e Comunale.
Mi batterò fino alla fine con i miei compagni di sventura per fare emergere la Verità sulle responsabilità per la morte dei 309 Martiri Concittadini senza timore di toccare i vari livelli di potere . Mi batterò con la stessa determinazione insieme a tutti i Cittadini dell’Aquila per realizzare una nuova idea di città, diversa da quella degli ultimi 30 anni, dove regni il benessere, la trasparenza e la legalità.
Vincenzo Vittorini