L’Aquila, 6 dicembre 2011 – I finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria dell’Aquila, su ordine del procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini, e del sostituto, Stefano Gallo, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare, agli arresti nella propria abitazione, di tre pubblici funzionari, responsabili di ”illeciti favoritismi” nei confronti di pregiudicati e di ”falsi in atti pubblici per coprire un diffuso fenomeno dell’assenteismo”.
Due di essi lavorano al Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila (nella sua giurisdizione ricadono istituti carcerari in cui e’ applicato il 41 bis dell’ordinamento penitenziario); il terzo e’ dipendente del Coordinamento Interdistrettuale per i Sistemi Informativi Automatizzati (CISIA) abruzzese, in servizio presso la Corte d’Appello dell’Aquila. ”La Magistratura, con questa indagine, portata a termine grazie alla perseveranza della locale Guardia di Finanza – spiega in una nota la stessa Gdf – assicura, pertanto, anche al suo interno una seria profilassi. Gli uffici giudiziari aquilani, al di la’ dei singoli episodi di infedelta’, sono risultati sani ed immuni da altri fenomeni di infiltrazione”.
Le indagini sono state condotte su binari di investigazione classica: intercettazioni telefoniche e telematiche; pedinamenti ed osservazioni; consulenze telematiche e grafologiche; sequestri di hardware e software; perquisizioni degli uffici giudiziari, delle abitazioni e di altri uffici; audizioni di testimoni; riscontri incrociati su documenti anche giudiziari acquisiti. L’attivita’ investigativa ha riscontrato ”lo stretto rapporto di compiacenza che uno dei cancellieri del Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila intratteneva con pregiudicati marsicani, ai quali comunicava informazioni, coperte da segreto, inerenti lo stato delle procedure adottate per la concessione di permessi o per altri tipi di autorizzazioni, in alcuni casi, giungendo persino a predisporre le relative richieste”.
Parallelamente, i controlli dei finanzieri hanno portato alla scoperta di ”illecite modalita’ con le quali venivano registrati gli orari di inizio e termine dal servizio presso il Tribunale di Sorveglianza”. In merito, gli accertamenti svolti hanno evidenziato ”numerosi accessi illeciti al sistema informatico in uso presso il Ministero della Giustizia, effettuati dai funzionari ora sottoposti a misure cautelari, allo scopo di registrare orari di servizio in realta’ non svolti dai colleghi infedeli, che in tali occasioni non erano presenti sul luogo di lavoro”.
L’ultimo aspetto oggetto d’indagine ha riguardato il pubblico concorso per l’abilitazione alla professione di avvocato che si e’ tenuto all’Aquila nel dicembre dell’anno passato. Le indagini hanno fatto luce, informa sempre il Corpo ”su un complesso ed articolato piano ordito dai predetti pubblici funzionari (membri dell’organo di vigilanza ma prontamente allontanati dalla sede d’esame), con la collaborazione di un terzo soggetto, allo scopo di favorire una candidata partecipante all’esame di Stato”.