Nel 2011 il 38% delle assunzioni riguardano le nuove professioni green. “Risk manager ambientale”, “esperto di emissioni di gas serra” o “progettista di architetture sostenibili”.
In un periodo di crisi come quello che tutta l’Europa sta attraversando, l’Italia sembra sempre più correre sul ciglio del baratro causato da debito pubblico e sue rigidità strutturali. Meno male che l’imprenditoria italiana ha capito che una possibile via di fuga è quella del green. Si investe in prodotti che attirano una fetta di consumatori attenti alle tematiche ambientali (minor impatto, biologico, ecc.) e nascono nuove professioni per esperti di ecosostenibilità. Un dato su tutti: il 38% delle assunzioni che le imprese italiane hanno effettuato, o messo in programma nel 2011, sono legate ai cosiddetti green jobs. Lo racconta il rapporto Green Italy 2011, realizzato da Symbola e Unioncamere. Certo, bisognerà poi andare a vedere davvero cosa vuol dire “assunzione”, ma i numeri fotografano comunque una tendenza: il green, oramai, è visto come un’opportunità. Andiamo a conoscere più da vicino le nuove professioni verdi.
Esperto di emissioni di gas serra
Tutto parte dal protocollo di Kyoto, documento internazionale che vincola i paesi firmatari a impegnarsi per la riduzione delle proprie emissioni dannose per l’ambiente. La conseguenza diretta è un’insieme normativo che obbliga i settori produttivi a rispettare determinati parametri. L’esperto di emissioni è una figura ibrida. Da un lato deve conoscere i problemi ambientali che derivano dai processi produttivi e il suo compito è quello di ridurre il consumo energetico e le emissioni senza alterare la qualità dei prodotti e l’efficienza dei processi. D’altra parte deve conoscere bene la Direttiva 2009/29 dell’Unione Europea, che dal 2012 si estende anche a settori precedentemente esclusi come le ceramiche e la produzione di alluminio, e tutte le normative nazionali in materia. Per certi versi, il suo è un lavoro da “ragioniere del green”, intento a redigere un accurato “bilancio delle emissioni” e individuare i possibili “tagli”.
Progettista di architetture sostenibili
La definizione dice già tutto, ma la progettazione sostenibile è una realtà che sta sempre più allargando il proprio raggio d’azione. Basti dire che secondo Green Italy 2011 il settore delle costruzioni è uno di quelli in cui si sono fatti i maggior investimenti green negli ultimi tre anni. “Bisogna però stare attenti quando si parla di edilizia”, specifica Simone Tola, ingegnere di Agenzia Veneziana per l’Energia, “il settore tradizionale delle costruzioni è in difficoltà da anni. Io stesso vengo da uno studio di quel tipo che è fallito poco dopo avermi assunto”. Ora Simone Tola si dedica a fornire consulenze sulla sostenibilità energetica degli edifici pubblici del veneziano. “Facciamo ricerca sulle tecnologie applicabili in questo settore, scriviamo progetti e piani di azione per mettere in pratica le direttive europee in materia ambientale, ma curiamo anche la comunicazione con il pubblico: è un settore molto importante”.
Un ingegnere che fa meno calcoli, ma ha competenze soprattutto di gestione, oltre ad avere dimestichezza con le normative. “Forse tutto il settore dei green job non esisterebbe se non ci fossero delle leggi specifiche. Il punto è che sono investimenti che si ripagano sul medio-lungo periodo, quando magari gli investitori preferiscono ritorni più rapidi”. Ma è un tipo di investimento che, oltre a presentare vantaggi sul lungo periodo, ha il pregio di tentare di migliorare il nostro impatto sull’ambiente.
Tecnico superiore per industrializzazione, qualità e sostenibilità dell’industria del mobile
Visto che la fabbricazione di mobili sfrutta come materia prima il legno, che significa taglio di alberi, questo tipo di produzione è esposta a un potenziale alto impatto ambientale per il valore naturalistico, oltre che la gestione del paesaggio. Il tecnico in questo settore è una figura simile all’esperto di emissioni di gas serra, ma oltre a ottimizzare i processi produttivi per limitare al massimo gli impatti, deve anche richiesto di conoscere il mondo della progettazione dei mobili, sia sul fronte dei software, sia sul fronte dei materiali impiegati.
Risk manager ambientale
Figura più simile al consulente che al vero e proprio dipendente, il risk manager ambientale analizza e individua i punti deboli, le possibili falle e i rischi a cui un’azienda potrebbe andare incontro. Il suo compito è quello di individuare quali passi si devono intraprendere per rispettare le norme ambientali e quelle sulla sicurezza sul posto di lavoro. Si occupa, come suggerisce il nome, di operare anche in caso di calamità naturale, lavorando alla limitazione dei danni o, dove si è agito con tempestività, progettando percorsi di prevenzione e monitoraggio del rischio ambientale.
Ingegnere dell’emergenza
In un paese come l’Italia, capace di esprimere uno dei migliori servizi di Protezione Civile d’Europa e del mondo, l’ingegnere dell’emergenza è una figura che – in realtà – esiste di fatto già da molto tempo. Si occupa di gestire le emergenze dovute a terremoti, alluvioni e altri disastri naturali che possono ingenerare vere e proprie crisi. Più che una vera e propria prospettiva di nuovo lavoro, è una necessità del territorio in cui viviamo.
Statistico ambientale
La sempre maggiore necessità di raccogliere e monitorare dati sull’ambiente ha fatto proliferare le reti di centraline e altri sensori deputati a questo scopo. Reti che devono essere progettate e mantenute. “Nel nostro caso”, racconta Marco Magro di Comar Ecoconsulting, società lombarda dedita al rilevamento ambientale, “siamo specializzati soprattutto nell’analisi di suolo, sottosuolo e falde acquifere, e ai rilevamenti necessari per le bonifiche di siti ambientali dalle fibre di amianto”.
(da wired.it)