PROCESSO GRANDI RISCHI: “RIUNIONE MALEDETTA, AQUILANI ANESTETIZZATI”

L’Aquila, 30 novembre – Ha avuto il suo clou nelle testimonianze fiume dell’avvocato Maurizio Cora e del chirurgo Vincenzo Vittorini, l’ottava udienza del processo contro la Commissione Grandi Rischi, in svolgimento all’Aquila. I due professionisti, nei crolli conseguenti il terremoto del 6 aprile 2009, hanno perso le consorti ed alcuni figli. Straziante il loro racconto di quella notte.

Sono un morto vivente – ha detto Cora, riferendosi ai segni morali di quel tragico evento – Allora eravamo affamati di notizie che non c’erano e gli esperti fecero una prognosi fausta, normale”. L’avvocato ha ricordato che la fiducia, anche dei suoi congiunti, nei riguardi della Commissione Grandi Rischi era tale che una delle sue figlie aveva fatto ritorno, in quei giorni, all’Aquila da Napoli.

”Quella notte del 6 e’ stato l’inferno – le sue commosse parole – Sono precipitato dal quarto piano dell’abitato fino al garage, circa 18 metri”. ”Riunione maledetta”, quella del 31 marzo 2009 (riunione sotto accusa in cui gli esperti rassicurarono la popolazione), l’ha definita Vittorini.
Usando un linguaggio medico a lui piu’ vicino, ha accusato la Commissione di aver ”anestetizzato la paura atavica che gli aquilani hanno da sempre del terremoto”.

”Quando e’ partita la terribile scossa delle 3:32 – ha aggiunto, parlando della sua esperienza personale – e’ stata violentissima, indicibile. La casa ballava in tutte le direzioni; urlavo stando nelle vicinanze della finestra. Avvertivo qualcosa di incontrollabile, come se la terra avesse aperto la bocca. La mia voce era coperta dal forte boato. La casa si e’ inclinata su un fianco e poi e’ crollata”.

Sotto le macerie la moglie Claudia e la loro bambina. Altre ancora le testimonianze, di fronte al giudice Marco Billi, sono sfilate con un denominatore comune: dimostrare che la gente aquilana, fino al giorno di quel ”vertice” preoccupata per quello sciame sismico in atto da mesi, aveva ”allentato la presa” sentendosi confortata dalle ”autorevoli” rassicurazioni degli esperti che, in qualche modo, avevano escluso future scosse importanti.

La Commissione Grandi Rischi e’ organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In questo procedimento giudiziario sono accusati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni personali colpose i suoi componenti: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi; Bernardo De Bernardinis (sempre presente in aula), all’epoca vicecapo del Settore tecnico del Dipartimento di Protezione civile; Enzo Boschi, allora presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia; Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti; Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto CASE; Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’Ufficio rischio sismico di Protezione civile.