PARCO MAIELLA: AVVELENATI I LUPI MORTI

30 novembre 2011 – Il 27 novembre un escursionista ha segnalato alla Centrale Operativa del Corpo Forestale dello Stato il rinvenimento di due lupi ed una volpe in località “La Posta” del Comune di Ateleta, all’interno del territorio del Parco Nazionale della Maiella.

Da una verifica preliminare delle carcasse e da una lettura critica del contesto del ritrovamento, l’ipotesi della causa di morte più accreditata è senz’altro quella dell’avvelenamento.
Le indagini hanno previsto nei giorni immediatamente seguenti la segnalazione, un capillare rastrellamento e contestuale bonifica territoriale, anche oltre i confini dell’area interessata dal rinvenimento, per recuperare eventuali altri animali (nello specifico, è stata rinvenuta un’altra carcassa di volpe), resti alimentari o esche. Per la peculiarità e specificità di intervento, ci si è avvalsi anche di nuclei cinofili antiveleno del Parco Nazionale Gran Sasso, Monti della Laga.ù

Le carcasse sono state recapitate per le analisi di rito presso il Centro di Medicina Forense Veterinaria di Grosseto dell’IZS di Lazio e Toscana. In questa fase, diventa di particolare rilevanza conoscere gli esiti di tali accertamenti che, presumibilmente, vista l’urgenza del caso, perverranno entro una decina di giorni, per poter orientare in maniera più mirata e funzionale le future indagini del personale forestale.
L’episodio è di per sé drammatico oltre che fortemente deplorevole, soprattutto se le causalità di morte di una specie di così alta valenza faunistica, come il lupo, sono riconducibili alla volontarietà dell’uomo.

Walter Caporale: la Regione si costituisca parte civile
“L’avvelenamento dei due lupi e’ una grave perdita per l’Abruzzo. Un vero delitto ai danni degli animali protetti, un attentato al Patrimonio faunistico e indisponibile dello Stato”. Lo afferma il capogruppo dei Verdi al Consiglio regionale Walter Caporale. “Invito la Regione a fare denuncia e costituirsi parte civile”. Secondo l’esponente ambientalista “occorre scovare i colpevoli e sono certo – dice – che il Corpo forestale dello Stato fara’ presto luce sull’accaduto. Occorre che siano applicate le leggi in merito per delitti alla fauna protetta che prevede anche il carcere oltre che pesanti ammende per il danno inferto al Patrimonio faunistico regionale. Il presidente Chiodi dia un segnale di amare l’Abruzzo. Purtroppo si continua a registrare un imperterrito e totale disinteresse da parte del Governo regionale abruzzese a tutelare questi animali simbolo dell’Abruzzo che sarebbero un ottimo contributo per rilanciare l’economia e l’occupazione attraverso la Rete dei Parchi e della fauna protetta, il cui punto di forza e’ l’unicita’ e che nessun Paese emergente puo’ copiarci”, afferma infine Walter Caporale.