A Napoli non è una novità. Anzi, i napoletani ricordano che negli anni ’80, dopo il terremoto dell’Irpinia, ogni tanto i cittadini in zona stadio San Paolo chiamavano allarmati i vigili del fuoco: sentivano tremare il pavimento di casa, ma era solo la propagazione del boato proveniente dallo stadio per uno dei tanti goal di Maradona.
L’altra sera, in occasione della super sfida di Champions League Napoli-Manchester City, è accaduto lo stesso. Alla doppietta di Edinson Cavani i 60.000 spettatori allo stadio sono esplosi, tanto che il sismografo del complesso universitario Monte Sant’Angelo (a 2-3 chilometri dal San Paolo) ha registrato due segnali simili a dei micro terremoti.
Quello a Monte Sant’Angelo è uno dei centri della rete sismica che monitora l’Irpinia: “Un effetto del genere l’avevamo già riscontrato con la partita Napoli-Villareal e anche martedì sera quando Cavani ha segnato abbiamo registrato due segnali anomali, evidenti e nettamente diversi dal ‘rumore di fondo’, come due piccole scosse di terremoto“, spiega a TMNews Antonio Emolo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Fisiche dell’Università Federico II.
“Il giorno successivo, mercoledì, abbiamo scaricato i dati registrati la sera prima e abbiamo notato i due segnali completamente distinguibili. Si tratta – dice Emolo – di percentuali infinitesimali dell’accelerazione di gravità, percepite dai nostri strumenti estremamente sensibili che registrano l’accelerazione del suolo”.