PESCARESE UCCISA A NEW YORK: C’E’ L’IDENTIKIT, POLIZIA A CACCIA DELL’ASSASSINO

NEW YORK. Ha destato sconcerto di qua e di là dell’Atlantico l’omicidio della giovane Rita Morelli, di 36 anni d’età, studentessa all’Hunter College originaria di Pescara, sgozzata nel suo studio in affitto al 205 East 120th Street a East Harlem, nella serata di Thanksgiving.Il corpo della giovane è stato rinvenuto nell’appartamento al primo piano dal fidanzato Alfred alle 10,15 al suo rientro a casa dopo il turno nello stesso ristorante dove lavorava Rita, e gli inquirenti hanno escluso che possa essere implicato nella vicenda.

Gli investigatori del distretto di polizia che si trova a pochi passi dal luogo del delitto, dopo aver ascoltato alcuni testimoni, sarebbero adesso in possesso di un identikit del presunto assassino.

L’attenzione è puntata sull’uomo visto con Rita Morelli in serata sull’uscio di casa, un personaggio che – hanno detto i vicini – non è un solito frequentatore della piccola brownstone di colore rosso mattone di cinque piani incastonata tra due edifici rinnovati.

Uno dei testimoni ascoltati dalla polizia è Stafano che vive al secondo piano, il quale ha riferito che scendendo le scale verso le 8,45 ha visto Rita con un uomo che non vive nell’edificio, mentre stava uscendo per una commissione e che al suo rientro la polizia era già sotto casa.  Ieri il medico legale ha effettuato l’autopsia sul corpo di Rita Morelli accertando che è stata raggiunta da tre colpi inferti con arma da taglio: due al torace – presumibilmente un coltello da cucina – ed uno che le ha tranciato la gola.

Sempre secondo informazioni rilasciate dal medico legale, sul collo di Rita vi sarebbero anche segni di strangolamento e – anche se non viene confermato – sarebbero stati prelevati campioni di Dna, probabilmente trovati sotto le unghie, graffiati durante la lotta dalla vittima all’omicida.

Pensare che Rita era più che contenta di vivere a East Harlem dopo che aveva imparato bene la lingua spagnola. Era appassionata all’apprendimento di diversi idiomi, diceva che la trasportava a gioire altre culture. Sono i racconti di Giorgio Morelli, corrispondente de “Il Giornale” a New York, cugino della vittima che si è precipitato a Spoltore per assistere gli anziani genitori di Rita nel triste rito della preparazione del funerale.

Giorgio Morelli ad America Oggi ha raccontato che “Rita era contenta di abitare a East Harlem, nella parte ispanica, era veramente felice di stare a New York. Era portata per le lingue e da quando era fidanzata con Alfred, uno studente di origine messicana, era riuscita a migliorare lo spagnolo. Si erano conosciuti all’Hunter College dove Rita si sarebbe diplomata l’anno prossimo”.

Ha riferito che la brutta notizia è arrivata a Spoltore in un baleno e che al momento di doverlo comunicare agli anziani zii ha dovuto chiedere l’intervento del medico di famiglia per comunicare loro che la figlia era stata uccisa a New York.

“Sai – ha aggiunto il collega – mi diceva sempre che era meglio vivere cinque anni da leone a New York, piuttosto che quindici di noia in Abruzzo. E nessuno riusciva a smontare il suo mito: la Big Apple era la sua città. Aveva scelto New York per i suoi interessi: la musica, l’arte e la lingua. Interessi che non poteva soddisfare a Pescara o in Abruzzo”.

Morelli ha proseguito dicendo che per un anno Rita aveva vissuto a casa sua, con la moglie e i tre bambini con i quali era in perfetta sintonia perché andava d’accordo con tutti, “abbiamo anche viaggiato parecchio insieme a lei” ha sottolineato.  Infatti, tutti la descrivono allo stesso modo, anche i vicini di casa.  Rosita che vive al secondo piano al 205 E 120th Street ha detto che impersonava la felicità “aveva sempre parole dolci per tutti e ai bambini diceva magari di coprirsi perché fa freddo, una giovane dal sorriso stampato sulle labbra, gioviale con tutti. Certo mi terrorizza il fatto che c’è ancora un omicida in giro” ha concluso.

Al piano terra si trova il B&N Condition Beauty Salon, giusto all’angolo con Third Avenue. È gremito come tutte le giornate di sabato. Ieri, dopo la chiusura per Thanksgiving, l’efferato omicidio consumato al piano sopra era l’argomento sulla bocca di tutte le clienti. “È pazzesco, mi vengono i brividi solo a ripensarci, ma soprattutto mi preoccupa il fatto che ci sia un killer in giro da queste parti. In questa parte di East Harlem generalmente tranquilla non vogliamo vivere con questo incubo” ha detto ad America Oggi la titolare del salon Michaela.  Il rione dove è stata uccisa Rita Morelli recentemente ha vissuto un ritorno alle origini degli italiani che al tempo di Fiorello La Guardia e Vito Marcantonio l’abitavano assieme ai portoricani.  Secondo testimonianze raccolte dagli investigatori, ha proseguito Giorgio Morelli “sull’uscio di casa Rita sarebbe stata vista in compagnia di un certo Carlos, forse di origine brasiliana, che adesso è ricercato dalla polizia”.

Gli investigatori hanno setacciato l’area alla ricerca dell’arma da taglio adoperata per infierire sul corpo di Rita, forse un coltellaccio da cucina che tuttavia al momento non è stata rinvenuta. Era senza dubbio una giovane indaffarata alla maniera newyorkese, tra la scuola la mattina, il ristorante Café Buon Gusto alla 77th Street tra 2nd e 3rd Avenue e tutoring nei ritagli di tempo.

“Insegnava anche italiano ai nipotini della chef Lidia Bastianich, era diventata come di famiglia da loro. Mi raccontava sempre graziose esperienze con la nonna e la mamma dei ragazzini” ha proseguito Giorgio Morelli.  “Era una ragazza che lavorava sodo e guadagnava bene per il suo modo cortese di presentarsi, aveva senpre un sorriso per tutti” ha raccontato Giovanni, manager di Buon Gusto nella Upper East Side.

Ieri nel cortile della scuola materna che si trova di fronte all’abitazione della morte c’erano i ragazzini più grandi a giocare, mentre all’ingresso dell’appartamento a ricordare l’orrendo delitto c’era ancora il nastro giallo e il sigillo della polizia con la scritta “non oltrepassare, sito sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria”.

Sul marciapiede di fronte alla casa però, sottovoce qualcuno bisbiglia che si tratta di un tossico in cerca di soldi facili, forse lo conosceva, forse lo ha anche indicato alla polizia, ma non lo vuole rivelare, meglio tenere l’anonimato, aggiunge assicurandosi di non essere ripreso. Anche alla polizia sono sconcertati: non ricordano di una violenta uccisione di un cittadino italiano, pare che per l’ultimo fatto di sangue si debba addirittura risalire almeno ad un quarto di secolo fa. (FONTE: AmericaOggi.info)