TERREMOTO: INGEGNERI, A L’AQUILA INUTILI PIANI DI RICOSTRUZIONE

Eccessivo allungamento dei tempi di ricostruzione e ritardo nell’avvio dei lavori di recupero degli edifici danneggiati. Senza contare la farraginosita’ dei documenti prodotti dalla Struttura Tecnica di Missione (STM), deputata a supervisionare i lavori di riqualificazione dell’Aquila dopo il sisma, troppo aleatori nelle indicazioni per la formazione dei piani urbanistici.

Gli ingegneri italiani non ci stanno e decidono di dire no alla soluzione di guidare gli interventi di ricostruzione post-terremoto dell’Aquila attraverso piani di ricostruzione, “inutili per come sono stati concepiti e che innescano burocrazie troppo articolate”.

No dunque all’eccessiva pianificazione e alla burocratizzazione delle procedure per non parlare dell’ingerenza delle Universita’ nella fase della pianificazione. Pianificazione che, essendo basata sull’affidamento di incarichi a trattativa privata, di fatto, esclude in toto gli ingegneri, cui non e’ rimasto altro da fare se non denunciare la situazione di estrema emergenza che, affermano, “rischia di paralizzare il recupero definitivo del patrimonio edilizio di un’intera regione”.

E per farlo hanno deciso di affidare a un documento del Centro Nazionale di Studi Urbanistici e del CNI, sottoscritto da tutti gli Ordini provinciali e dalla Federazione degli Ordini dell’Abruzzo, le loro perplessita’, ma soprattutto le loro proposte.
Da un’idea di maggior sussidiarieta’ tra progettazione, programmazione e piani attuativi al coinvolgimento, sin dalla progettazione di professionalita’ locali che rappresentino il naturale tramite tra la societa’ civile e le strutture tecniche di coordinamento. Dall’assicurazione, sin da subito, della fattibilita’ dell’intervento alla sua effettiva realizzazione attraverso l’apporto di tecnici esperti la cui serieta’ venga certificata da un apposito Codice Etico.

Per finire con la conseguente modifica del Capitolato STM per rendere concrete e snelle tutte le prestazioni relative alla formazione dei piani di ricostruzione. Passa attraverso questi cinque punti cardine la presa di posizione degli Ingegneri che chiedono di imboccare “la via della semplificazione e della sburocratizzazione nello spirito del tecnico pratico e abbandonare una visione burocratica e accademica della ricostruzione del territorio colpito dal sisma”.

Allo stesso tempo, gli ingegneri sottolineano anche che ormai “e’ evidente la necessita’ di distinguere la situazione dell’Aquila, capitale regionale e citta’ di grande rilevanza storica, rispetto ai piccoli centri rurali, nuclei e case sparse“. Occorre dunque individuare le priorita’ di intervento e, come ribadisce il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), “il piano di ricostruzione dovra’ farsi carico, accompagnando dove possibile ed in modo tempestivo, con direttive piu’ che con norme, con accordi piu’ che con vincoli, un progetto edilizio complessivo che appare sempre piu’ urgente e su cui concentrare tutte le risorse”.
(AGI) .