Ancora troppi incubi per i terremotati dell’Aquila. A sostenerlo durante il Congresso internazionale di psiconeuroendocrinoimmunologia promosso dalla Societa’ Italiana di psiconeuroendocrinoimmunologia (Sipnei), in corso a Orvieto fino a domenica, e’ Michele Ferrara, professore del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Universita’ dell’Aquila, che nel corso del meeting ha anticipato alcuni dei dati di un nuovo studio condotto sui terremotati dell’Aquila effettuato attraverso questionari che indagano sulla qualita’ soggettiva del sonno.
Lo studio ha utilizzato un campione composto da 600 cittadini aquilani, da 600 persone che vivono alla distanza massima di 80 km dall’epicentro e di 2.900 persone distribuite in citta’ situate tra i 100 e i 250 km dall’Aquila: dai primi risultati e’ emerso che a distanza di 2 anni dal terremoto la qualita’ del sonno degli aquilani risulta molto inferiore rispetto a quella delle popolazioni limitrofe.
”E’ interessante notare come man mano che ci si allontani dall’epicentro del sisma la qualita’ del sonno vada progressivamente migliorando”, spiega Ferrara. Che conclude:
”Questi dati si ricollegano al precedente studio gia’ pubblicato nella rivista Hippocampus nel quale e’ stato evidenziato che gli studenti aquilani con disturbi post traumatici da stress presentano anche disturbi del sonno correlati a problemi nell’apprendimento e nel consolidamento della memoria’