[NdR – Il Dipartimento di Prozione Civile, sulla base dei dati forniti dall’Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dall’Ufficio Rischio sismico e vulcanico dello stesso Dipartimento, ha pubblicato alcuni approfondimenti sui fenomeni sismici in Sicilia. Questa volta, il DPC non prevede scosse più forti, ma nemmeno le esclude.]
In Sicilia orientale è in atto una sequenza sismica, o sciame: non c’è infatti, almeno fino a questo momento, un terremoto principale seguito da repliche di minore intensità, ma si stanno verificando scosse di energia paragonabile tra loro, distribuite in maniera casuale nel tempo.
Lo sciame interessa da circa un mese il settore centro meridionale della provincia di Siracusa nell’area dei Monti Iblei, tra i comuni di Noto, Avola, Canicattini Bagni, Buscemi, Solarino. Ad oggi sono state registrate una ventina di scosse, con valori di magnitudo Ml compresi tra 1.5 e 3.3 (9 ottobre 2011). Le profondità degli ipocentri si concentrano intorno ai 10 km.
L’area del siracusano presenta una pericolosità sismica medio-alta, in base alla mappa di pericolosità sismica del nostro Paese realizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. I Comuni interessati dalle sequenze in corso sono classificati in zona sismica 2. Si tratta di territori in cui devono essere applicate specifiche norme per le costruzioni.
Come diverse zone sismiche del nostro Paese, la Sicilia, in particolare la costa orientale, è stata storicamente interessata anche da effetti di maremoto in concomitanza dei terremoti più forti, tra cui quelli del 4 febbraio 1169, del 10 dicembre 1542 e del 11 gennaio 1693.
La mappa di pericolosita’ e la classificazione sismica indicano quali sono le aree del nostro Paese interessate da un’elevata sismicità, e quindi dove è più probabile che si verifichi un terremoto di forte intensità, ma non possono stabilirne il momento esatto. Lo studio delle sequenze sismiche, come quelle in atto nel siracusano, non consente di fare ipotesi sulla possibilità che si verifichi o meno una scossa più forte.
Ad oggi, infatti, non ci sono metodi riconosciuti dalla scienza per prevedere il tempo ed il luogo esatti in cui avverrà un terremoto. La mappa di pericolosità sismica è tuttora lo strumento più efficace che la comunità scientifica mette a disposizione per le politiche di prevenzione. La prevenzione, che si realizza principalmente attraverso la riduzione della vulnerabilità sismica delle costruzioni, ovvero il rafforzamento delle costruzioni meno resistenti al sisma, resta la migliore difesa dai terremoti e l’unico modo per ridurne le conseguenze.
In Italia la Rete sismica nazionale registra 10.000 terremoti ogni anno, mediamente trenta al giorno, che non è possibile prevedere. Per questo è importante essere consapevoli del livello di pericolo del territorio e informarsi su come sono costruiti gli edifici in cui viviamo, studiamo e lavoriamo, e sulla loro conseguente vulnerabilità sismica.
Il 22 e 23 ottobre si svolgerà a Siracusa e Solarino, e contemporaneamente in altri sette comuni ad elevata pericolosità sismica di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Toscana l’iniziativa “Terremoto – io non rischio”, campagna nazionale di sensibilizzazione sulla riduzione del rischio sismico che ha proprio l’obiettivo di far crescere e diffondere la consapevolezza della popolazione sui temi del rischio sismico e della prevenzione.