RICOSTRUZIONE LENTA, PER CHIODI ORA LA COLPA E’ DEGLI AQUILANI

“L’Italia andra’ fiera della ricostruzione dell’Aquila”. Il commissario straordinario, il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, ha fatto il punto della situazione sui lavori del dopo terremoto, partecipando al Saie di Bologna, dove uno stand mette in mostra progetti e prospettive. Chiodi ha assicurato che il governo “c’e’ e sostiene la ricostruzione, semmai siamo un po’ in ritardo sulla pianificazione e sui piani di ricostruzione.
A Gemona del Friuli, dopo il terremoto del 1976, i cantieri nel centro storico furono aperti dopo quattro anni, ma nel frattempo tutto era stato progettato nel dettaglio”. Chiodi ha colto l’occasione anche per fare il punto sullo stato dei finanziamenti. Da febbraio 2010 sono stati stanziati tre miliardi e 198 milioni: 1.885 milioni sono stati spesi, gli altri 1.631 sono disponibili in cassa.
“I Comuni – ha spiegato Chiodi – devono elaborare dei piani di ricostruzione dei centri storici che il governo riconosce con un contributo maggiore: piani che tengano conto non solo degli aspetti architettonici e urbanistici, ma anche di quelli socio-economici”.

Il discorso vale quindi anche per il centro storico dell’Aquila. “E’ una citta’ in movimento – ha detto – basti pensare che dei 75mila residenti del 2009 se ne sono andati solamente 700. All’Aquila si era diffusa l’idea che tutto sarebbe potuto essere fatto nel giro di qualche giorno. Noi abbiamo chiesto che fosse la comunita’ a scegliere e decidere come ricostruire, quindi ci vorra’ tempo. E saranno importanti anche i controlli, per impedire che ci siano situazioni di illegalita’. Il Governo ha messo a disposizione i fondi, ma i soggetti attuatori sono gli enti locali. E per i Comuni operazioni di questo tipo sono estremamente complesse”.