Il giudice del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Grieco, ha rinviato al 20 gennaio 2012, l’udienza dibattimentale per il crollo dei due edifici (civico 33 e 39) di via Luigi Sturzo in cui a seguito del devastante sisma del 6 aprile del 2009, morirono 29 persone. Con l’accusa di omicidio e disastro colposo e’ imputato Augusto Angelini di 85 anni, unico indagato tra i presunti responsabili del crollo dei due edifici. Il rinvio e’ stato deciso dal giudice quando l’avvocato Augusto Di Sano, difensore dell’imputato, ha fatto notare la mancanza della citazione del proprio assistito per il solo crollo della palazzina del civico 33. Per evitare di ascoltare solo i testi e le parti offese del crollo della palazzina civico 39, e dunque incorrere in discrasie future tra i due procedimenti, il giudice Grieco ha deciso il rinvio.
Nell’odierna udienza il giudice ha ammesso le prove testimoniali presentate dalle parti. Il rinvio di quasi quattro mesi e’ stato accolto con forte disappunto dai familiari delle vittime (tra loro soprattutto studenti universitari di fuori citta’). Tra le parti civili era presente anche Vincenzo Vittorini (ex presidente dell’associazione “309 Martiri”) candidato a sindaco alle comunali del 2012, che nel crollo dell’edificio in via Luigi Struzo 33 ha perso moglie e figlia.
“E’ assurdo che per un edificio la cartolina di citazione e’ arrivata, per l’altro no. A me la Procura mi ha avvisato telefonicamente per dirmi che mi dovevo presentare stamane in Tribunale, poi non capisco perche’ il rinvio al 20 gennaio 2012”. I due edifici finiti sotto inchiesta si trovavano all’interno delle mura del centro storico, nelle vicinanze della Villa Comunale, ed erano in cemento armato.
Entrambe le palazzine furono edificate nel 1965 e secondo i consulenti della Procura della Repubblica dell’Aquila, crollarono per la scadente qualita’ del calcestruzzo utilizzato, per carenze costruttive consistenti nel numero minimo di staffe di collegamento delle armature, per errori di progetto e calcolo delle strutture consistiti nella mancata previsione e verifica del sistema resistente alle azioni sismiche orizzontali provenienti da almeno due direzioni.
La magistratura, sulla scorta di indagini fatte dalla Pg della Forestale, osserva come nella zona di via Sturzo e strade vicine, dove ci sono tutti edifici in cemento armato costruiti tra il 1950 e il 1965, ci siano state 135 vittime: ovvero il 45 per cento del totale delle vittime del terremoto del 6 aprile sono concentrate nel crollo di 11 edifici di quella zona. Inevitabile, a quel punto, il confronto con i tanti fabbricati vicini non crollati.