I frammenti di satellite possono sprigionare gas tossici (idrazina): “chiunque avvistasse un frammento dovra’ segnalarlo immediatamente alle autorita’ e comunque dovra’ mantenersi a una distanza di almeno 20 metri”. E’ una delle “norme di auto-protezione” fornite dal dipartimento della Protezione civile in relazione al rischio che uno o piu’ d’uno frammenti del satellite Uars, vicino al rientro nell’atmosfera terrestre, possano cadere sul nord Italia.
“Eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari – premette il dipartimento – Pertanto non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi”.
Tuttavia, sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunita’ scientifica, cosi’ come confermato in sede di Comitato Operativo, e’ possibile fornire “indicazioni utili alla popolazione affinche’ adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione qualora si trovi, nelle due finestre temporali d’interesse per l’Italia, nei territori potenzialmente esposti all’impatto”. In particolare: – “e’ poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi piu’ sicuri rispetto ai luoghi aperti”; – “i frammenti impattando sui tetti potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilita’ delle singole strutture, si puo’ affermare che sono piu’ sicuri i piani piu’ bassi degli edifici”; – “all’interno degli edifici i posti strutturalmente piu’ sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono i vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli piu’ spessi)”; – “e’ poco probabile che i frammenti siano visibili da terra prima dell’impatto”.