L’edificio di via XX Settembre civico 79 all’Aquila, denominato ‘Cioni-Berardi’, in cui il 6 aprile del 2009 per il sisma sono morte nove persone, e’ crollato non a causa dei lavori di costruzione di un nuovo fabbricato (denominato Belvedere) come sostenuto dall’accusa.
Lo hanno ribadito all’udienza di stamane i due super-periti, nominati dal Gip del Tribunale dell’Aquila, (l’inchiesta si trova nella fase di incidente probatorio) proprio per verificare se e in che termini la realizzazione del nuovo fabbricato ha influito su quello poi crollato.
I due periti, Alberto Castellani ed Antonino Morassi, hanno risposto punto su punto alle domande formulate dalle parti. I due esperti hanno parlato di incidenza di carico durante le fasi del sisma del nuovo edificio su quello preesistente del 3 per cento, giudicata dai due ininfluente ai fini del crollo.
Sempre i consulenti hanno evidenziato la presenza di cinque concause nello sbriciolamento della palazzina ubicata a poca distanza dalla Casa dello Studente: l’irregolarita’ dell’edificio in fase progettuale (in cui il progettista non ha tenuto conto della zona sismica), il degrado riportato nel corso degli anni dai materiali utilizzati per la fabbricazione della palazzina), il sisma di magnitudo elevato (rispetto alle previsioni ipotizzate in fase di progettazione), la tecnologia costruttiva utilizzata, che rispecchiava i dettami dell’epoca (l’edificio crollato era stato realizzato negli anni 60) ed infine, l’interazione del nuovo fabbricato con quello venuto giu’ durante il sisma, (ovvero il contatto tra i due edifici), punto quest’ultimo giudicato trascurabile.
Ora gli atti tornano al pm titolare dell’inchiesta Fabio Picuti che esaminate le consulenze di parte dovra’ decidere se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione del procedimento a carico degli indagati.
Per il crollo dell’edificio del civico 79, a seguito della costruzione del fabbricato ‘Belvedere’, sono stati indagati i costruttori Armido Frezza e Francesco Laurini, oltre a Diego Scoccia, Pietro Paoloni, Enrico De Cristoforo, Luigi Giuseppe Bonifacio e Renato Amorosi dirigente comunale, quali realizzatori a vario titolo dell’edificio Belvedere. Le principali accuse contestate sono di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni gravi.
Gli indagati per il crollo del civico 79, quattro in tutto, sono tutti deceduti.