Comincia domani presso l’aula di udienza riservata di norma ai processi di Corte di Appello, l’udienza dibattimentale alla Commissione grandi rischi, uno dei piu’ attesi nell’ambito della maxi inchiesta sui crolli del terremoto del 6 aprile 2009 avviata dalla procura della Repubblica dell’Aquila. La scelta del magistrato Marco Billi che domani condurra’ il processo, di utilizzare l’aula di Corte di Appello, e’ stata dettata dalla necessita’ di avere spazi piu’ ampi, in considerazione del gran numero di persone attese: oltre le parti interessate anche curiosi e giornalisti. Questi ultimi dovranno essere muniti di accredito stampa.
Sette gli imputati, accusati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e cooperazione nel delitto colposo. Secondo le tesi dei pm, nella riunione dell’organismo consultivo della presidenza del Consiglio del 31 marzo 2009, una settimana prima della scossa delle 3.32, ci fu “una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attivita’ della commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico” e dopo quella stessa riunione la Commissione forni’ alla gente “informazioni imprecise, incomplete e contraddittorie sulla pericolosita’ dell’attivita’ sismica vanificando le attivita’ di tutela della popolazione”.
Alla sbarra andranno Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, gia’ vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.