La sezione di polizia giudiziaria del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dell’Aquila, ha dissequestrato nei giorni scorsi il palazzo ex sede della Prefettura dell’Aquila, uno dei primi a crollare a seguito del devastante sisma del 6 aprile del 2009 e per questo e’ diventato uno dei simboli del sisma. L’atto di polizia giudiziaria, relativo al palazzo in cui non ci sono state vittime, fa seguito all’archiviazione disposta dal Gip del Tribunale dell’Aquila, nell’ambito delle indagini sulla maxi inchiesta degli edifici pubblici e privati.
Quattro giorni prima dell’evento catastrofico, il Prefetto dell’Aquila Aurelio Cozzani, era andato in pensione, non dimorava piu’ nell’abitazione privata che aveva sede proprio al secondo piano del palazzo della prefettura. Dopo la brutta scossa di terremoto registrata poche ore prima del disastro, il vice prefetto vicario dell’Aquila aveva disposto il trasferimento del servizio di centralino della Prefettura (che funziona anche di notte per le emergenze di Protezione civile e per il coordinamento di enti e forze di polizia) alla Questura.
Soltanto il corpo di guardia era rimasto a presidiare l’antico palazzo ma, sempre su disposizione della Prefettura, la sera che avrebbe anticipato il terribile sisma, era stato chiesto all’agente della Polizia di fare la sorveglianza all’esterno del palazzo. Gesto che inizialmente aveva consentito di salvare due vite umane, quella del centralinista e del corpo di guardia. Ma Massimo Calvitti, il centralinista, tornato a casa per accudire la moglie che non stava bene, mori’ poco dopo per il crollo della sua abitazione a San Gregorio (L’Aquila).