Il giudice della terza sezione civile del Tribunale di Palermo, Paola Proto Pisani, ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti al risarcimento record di cento milioni di euro in favore di alcuni dei parenti delle 81 vittime perite nella strage di Ustica. I familiari, difesi tra gli altri dagli avvocati Alfredo Galasso e Daniele Osnato, saranno risarciti perche’ lo Stato non seppe garantire la sicurezza del volo. Allo stato esiste pero’ soltanto il dispositivo della sentenza: le motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni.
I legali avevano sostenuto pure che ai parenti toccasse un risarcimento perche’ era stata nascosta la verita’, attraverso una serie di depistaggi. La tesi difensiva per le persone offese puntava sulla dimostrazione del fatto che il Dc9 Itavia rimase coinvolto in una situazione di estremo pericolo, perche’ fu lasciato andare nella aerovia “Ambra 13”, che si intersecava con un’altra “autostrada del cielo” di tipo militare, usata dall’aeronautica francese.
Esclusa la tesi secondo cui fu una bomba a distruggere il Dc9, escluso anche il cedimento strutturale, il giudice Proto Pisani ha ritenuto che fosse compito dei ministeri della Difesa e dei Trasporti assicurare la sicurezza dei passeggeri. Ritenuto illecito in sede civile anche il comportamento dei circa 50 militari che negli anni avrebbero distrutto, depistato e occultato i materiali che sarebbero stati necessari per arrivare all’accertamento della verita’.
In sede penale le loro posizioni furono archiviate per prescrizione, in sede civile la prescrizione non scatta e l’accertamento penale del fatto ha indotto il giudice a dichiarare la responsabilita’ dello Stato per la sofferenza ulteriore provocata agli 81 parenti che si erano costituiti in giudizio per una quarantina di vittime della strage del 27 giugno 1980.