Linea L’Aquila-Roma, disagi senza fine per i pendolari Arpa

Aumenta il costo degli abbonamenti, situazione critica con i lavori per le complanari

«Due ore di percorrenza media la mattina, un po’ meno la sera. Tempi che salgono quando il traffico è più congestionato». E’ quanto ci racconta Fabrizio, storico pendolare dell’autolinea per Roma gestita dall’Arpa, l’azienda regionale di trasporto pubblico. Negli anni da pendolare ne ha sopportati tanti di disagi, come molti altri, che dalle prime ore del mattino si recano nella capitale per poi rientrare a L’Aquila a tarda sera.

Sulla carta il tempo di percorrenza è di 1h40’, e in questo intervallo rientrano almeno 10 minuti di ritardo dovuti a un traffico “normale”.

Una situazione che va sempre più peggiorando con i lavori per la realizzazione delle complanari da via P. Togliatti alla Barriera di Roma Est. E’ sufficiente collegarsi al sito di Strada dei Parchi e leggere le continue chiusure temporanee di tratti o rampe relative all’A24 per intuirlo. I vantaggi ci saranno, indubbiamente, ma fra circa 3 anni. E nel frattempo?

«Il rimedio dell’Arpa» – continua Fabrizio – «è solo un palliativo, come far passare le corse in via di Galla Placidia piuttosto che a Portonaccio (e viceversa), mentre dovrebbe pensare a una proposta seria e organica, e soprattutto stabile, come un tragitto che interessi Lunghezza, Ponte di Nona, Rebibbia e Ponte Mammolo».

Intanto dall’1 settembre sono scattati gli aumenti. L’abbonamento settimanale di 5 giorni per i pendolari è passato da 31,50 a 33,20€, un incremento del 5,40% che inciderà per circa 75€ in più l’anno. Solo un arrotondamento per i singoli biglietti, da 9,90 a 10,00€. «La cosa più imbarazzante è che paghiamo di più per un servizio sicuramente deficitario, dal momento che non sappiamo ancora cosa ci riserveranno i prossimi anni di lavori sul “tronchetto”», indica Antonella.

E a tutto ciò si aggiunge il problema del confort degli autobus. Alcuni sono veramente scomodi e non idonei per tratti con questi tempi di percorrenza. Bocchette dell’aria a volte rotte e mantenute in questo stato per giorni o settimane. Aria condizionata in vari autobus non funzionante in modo adeguato, con passeggeri spesso alla ricerca, se il numero di prenotazioni lo consente, di un posto “adatto” per raggiungere la destinazione, quando dovrebbero esserlo tutti. Autobus che a volte si “piantano” lungo il tragitto, con una frequenza considerata troppo elevata e che fa venire dubbi sulla regolare manutenzione dei mezzi.

Fabrizio ci spiega che a luglio ha inviato una lettera all’Arpa, alla quale non ha avuto alcuna risposta. Nella lettera evidenziava fra l’altro alcuni forti ritardi e soluzioni alternative che consentirebbero di recuperare, in base al traffico in uscita da Roma, anche 30-40 minuti, semplicemente percorrendo uno o due svincoli sul tratto interno dell’A24, peraltro non a pagamento. Soluzione da anni conosciuta dai pendolari e dall’Arpa, ma mai messa in pratica e autorizzata.

Ma ai pendolari non interessa la mera protesta fine a se stessa. E’ loro intenzione collaborare con l’Arpa per individuare le soluzioni migliori, ed è per questo che chiedono incontri periodici fra l’azienda e alcuni rappresentanti.

Interessa all’Arpa venire incontro alle esigenze espresse e valutare le alternative percorribili insieme a quelli che sono, vuoi anche per la mancanza di concorrenza, i clienti di una fra le tratte probabilmente più redditizie per l’azienda?

Lo sapremo dalle prossime iniziative dell’azienda.

di Patrizio Trapasso