Per molti è stata la perdonanza della riconciliazione, dei buoni propositi, della pace e bontà scesi in terra. E forse per tanti che hanno partecipato e sfilato può anche essere così. Ma non certo per molti rappresentanti istituzionali, prime donne della mancata ricostruzione della città.
Quelli che…“Volemose tanto bene, ma ti darei volentieri una martellata sulla dentiera se potessi”. Quelli che…“Niente polemiche oggi, ma aspetta domani che io sò bravo e tu sei un cretino”. Quelli che…”Va tutto bene, e se non è così chiedilo a quell’altro, è tutta colpa sua”.
Pagliacci. Incapaci di ascoltare, guidare, rendere partecipe, informata, e degna di speranza una cittadinanza quasi rassegnata alle sorti della loro città. E che in silenzio, e con gli applausi rivolti per lo più a chi nel silenzio ha sempre operato correttamente, li ha visti sfilare, chiedendo anche loro gli applausi ai presenti, come un atleta che incita il pubblico per superare un’asticella alla sua portata.
Ma ieri non c’era nessun atleta fra i rappresentanti delle istituzioni, solo pagliacci travestiti a festa. Qualcuno, forse anche la maggioranza, li perdonerà, perché non capiscono ciò che fanno. C’è chi non riesce, non dimentica, e vede solo in un prossimo ricambio istituzionale una speranza per il futuro.
Pagliacci, che sfilano mano nella mano, mentre con l’altra ti mettono la miccetta dentro i pantaloni. Come quelli del circo, ma con una piccola differenza: non fanno per niente ridere.