Con l’accensione del tripode della pace, che torna quest’anno a piazza Palazzo (antistante la residenza municipale) – nei due anni precedenti delocalizzata a causa del terremoto – si apriranno stasera (ore 21), all’Aquila, le solenni celebrazioni della 717^ Perdonanza celestiniana. Si tratta dell’evento clou estivo per la citta’ e la regione, riconosciuto di recente tra quelli della tradizione italiana da tutelare, che vivra’ il suo momento topico con il corteo storico di domenica prossima, 28 agosto.
Oltre 400 figuranti in costume, provenienti da citta’ gemellate e Comuni ”amici”, sfileranno per le vie del centro, ancora ferite, per confluire alla basilica di Santa Maria di Collemaggio per l’apertura della Porta Santa. L’imponente manifestazione, ricca di eventi civili e religiosi, rievoca la concessione da parte del pontefice Celestino V, nel 1294, della prima forma di indulgenza plenaria (attraverso la Bolla del Perdono) a tutta l’umanita’, ed in particolare alla sua gente, dilaniata da lotte intestine. L’atto fu poi fatto proprio da Bonifacio VIII.
E’ un evento cosi’ sentito dalla popolazione aquilana che neanche il tragico terremoto dell’aprile 2009 e’ riuscito ad intaccare. La tradizione e’ andata infatti avanti, sia pur monca e dimessa, gia’ dall’estate successiva. Migliaia i fedeli che ogni anno partecipano al rito dell’apertura della Porta (in ogni edizione affidata ad un religioso di grande carisma; quest’anno il cardinal Comaschi). Nel rispetto della volonta’ di Celestino, l’eremita del Morrone Pietro Angelerio, tacciato da Dante come il papa del ”gran rifiuto” (l’unico nella storia ad aver riconsegnato la tiara), solo coloro che ”veramente pentiti e confessati” oltrepasseranno la Porta Santa, tra i vespri del 28 agosto ed i vespri del giorno dopo, avranno rimessi i propri peccati.
Tante le iniziative, culturali ed artistiche, a corollario della kermesse, organizzate per l’intera settimana.
Come ha avuto modo di sottolineare l’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, ”Celestino invita alla riconciliazione, al perdono ed alla pace fra gli uomini”. Un messaggio quanto mai attuale e che dovrebbe servire da sprone ad amministratori e politici locali a mettere da parte la deleteria litigiosita’ che sta rischiando di compromettere il difficile percorso della ricostruzione.
(ASCA)