Come per i terremoti possibili solo previsioni probabilistiche
Risale al 20 agosto l’ultimo episodio di attivita’ eruttiva registrato dalle reti di monitoraggio dell’Ingv di Catania (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). Un incremento del tremore vulcanico alle 5.00 di mattina, con l’attivita’ che si intensificava fino a determinare dalle 9.00 una fontana di lava e la fuoriuscita di una colata lavica dal cratere di Sud-Est dell’Etna. Osservata anche l’emissione di una significativa quantita’ di cenere nell’atmosfera, che si e’ propagata in direzione Sud-Ovest, con l’attivita’ eruttiva che terminava intorno alle 12.00.
Dalle osservazioni visive e strumentali dei fenomeni vulcanici, il Dipartimento di Protezione Civile ha emesso un avviso di “criticita’ elevata” per l’area sommitale del vulcano e di “criticita’ ordinaria” per le aree del medio versante, pedemontana e urbana.
Prorogato anche al 23 settembre 2011, dal prefetto di Catania, il divieto di accedere al vulcano oltre quota 2920 m (in prossimita’ della Torre del Filosofo), sia sul versante Nord che sul versante Sud.
UNA CONFERENZA SULLE ERUZIONI IN CORSO:: il 19 agosto la sezione di Catania dell’Ingv ha tenuto una conferenza stampa a Roma per un aggiornamento sullo stato dei vulcani Etna e Stromboli (relatori Dott. Domenico Patane’, direttore dell’Ingv osservatorio etneo di Catania – Dott. Sergio Gurrieri, direttore dell’Ingv di Palermo – Dott. Mauro Coltelli, responsabile dell’UF Vulcanologia e Geochimica dell’Ingv-OE)-
Riguardo l’ETNA, al momento non c’e’ alcuna evidenza che sia prossima una “grande eruzione” o la “Big One” delle eruzioni. Il termine “grande eruzione”, precisa l’Ingv, potrebbe far pensare a un’eruzione come quella del 1928 che ha distrutto l’abitato di Mascali, o quella piu’ famosa del 1669 che ha distrutto 9 villaggi e parte della citta di Catania.
L’Etna ha iniziato a dare i primi segni evidenti di risveglio a partire dall’Agosto 2010, e da gennaio 2011 e’ entrato in una fase eruttiva che ha interessato il cratere di Sud-Est. Tutti gli eventi sono stati preceduti da variazioni rilevanti della maggior parte dei segnali geofisici e geochimici tenuti sotto monitoraggio dalla rete Ingv. Di recente e’ stata registrata una piu’ elevata frequenza dell’attivita’ vulcanica, con 6 fenomeni eruttivi tra il 9 luglio e il 12 agosto, ma a tutt’oggi non esiste alcun segnale che l’attivita’ possa evolvere a breve verso un’eruzione di tipo diverso da quelle osservate nell’anno corrente. Il processo evolutivo dell’attivita’ vulcanica potrebbe portare a una eruzione laterale di tipo effusivo, ma al momento non e’ possibile stabilire quando e dove avverra’, finche’ non inizieranno a manifestarsi i tipici segnali che l’Etna ha sempre mostrato prima di ogni evento eruttivo di fianco.
COSA SI PUO’ PREVEDERE: l’Ingv ricorda che fare una previsione significa determinare tempo e luogo di una eruzione, nonche’ la sua tipologia e intensita’. Come per i terremoti, tuttavia, qualsiasi previsione si possa fare oggi e’ di tipo probabilistico, ovvero definisce la probabilita’ che un evento eruttivo di una certa tipologia e grandezza possa verificarsi in un determinato arco di tempo. La vulcanologia non puo’ considerarsi una branca della scienza in senso stretto, ma piuttosto un settore di applicazione di diverse discipline scientifiche, e per questo motivo il parere di un ricercatore o di un esperto in una delle discipline della vulcanologia riesce a fornire solo un quadro parziale e personale basato sulla propria esperienza specialistica. Ne deriva che le migliori previsioni possibili, di tipo probabilistico, si ottengono mediante l’incrocio di tutti i dati che possono derivare da un sistema di monitoraggio complesso come quello dell’Etna. e dal confronto tra piu’ esperti del settore.
E C’E’ PURE LO STROMBOLI: l’eruzione effusiva del 2002-2003 ha rappresentato un momento decisivo nello sviluppo del sistema di monitoraggio e negli studi di questo vulcano. A differenza dell’Etna e’ minore l’arco di tempo per il quale e’ disponibile il nuovo sistema osservativo, ancora troppo breve per dare certezze o tempistiche ben precise sull’approssimarsi di una eruzione o di un evento esplosivo. Ciononostante prima dell’eruzione del febbraio 2007, grazie ai diversi segnali registrati dal nuovo sistema di monitoraggio, era stato possibile preannunciare l’evento eruttivo.
Allo stato attuale lo Stromboli e’ in uno stato elevato di attivita’, che rientra all’interno della normale fluttuazione eruttiva del vulcano osservata negli ultimi 20-30 anni. I fenomeni recenti osservati, quali le esplosioni maggiori e le colate di trabocco, indicano un equilibrio interno instabile, ma non modificano in modo significativo lo stato di pericolosita’ del vulcano. Tuttavia, il periodico verificarsi di fenomeni “significativi” e imprevedibili, come quelli di recente registrati, indica l’Ingv, richiede sicuramente uno stato di maggior attenzione sull’attivita’ vulcanica in corso.
di Patrizio Trapasso