Solo il 28% dei nuclei giovani (con persona di riferimento fino a 35 anni) riesce a risparmiare, il 42% non ha nessun patrimonio immobiliare, il 40% vive in affitto
Roma, 20 agosto 2011 – Le famiglie giovani riescono sempre meno a risparmiare. L’indebolimento economico dei lavoratori più giovani è ormai un fenomeno di lungo periodo. E questa tendenza è destinata inevitabilmente a mettere a rischio la solidita’ patrimoniale delle famiglie italiane, erodendo la tradizionale propensione al risparmio.
Secondo i risultati del primo anno di lavoro del progetto «Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali» di Censis e Unipol, sono le famiglie con persona di riferimento più giovane quelle che meno delle altre sono riuscite a risparmiare nel corso dell’ultimo anno.
Solo il 28,6% dei capofamiglia fino a 35 anni indica che la sua famiglia è riuscita a mettere da parte qualcosa, rispetto a una percentuale più alta (il 38%) riferita ai capofamiglia di 45-54 anni. Sono infatti le famiglie più giovani quelle che in quota maggiore spendono tutto il loro reddito mensile (il 58,4% contro la media del 52,5%) e che sono costrette a indebitarsi (il 5% contro la media del 3,7%).
Dall’osservazione dell’assetto patrimoniale delle famiglie italiane emerge in modo netto la debolezza dei nuclei più giovani, particolarmente marcata in oltre la meta’ dei casi. L’8% non può contare su nessun genere di patrimonio, e a queste si aggiunge il 42,6% che non ha nessun patrimonio immobiliare (contro il 16,8% medio).
Circa il 20% delle famiglie giovani (rispetto al 40% circa del totale delle famiglie) può contare esclusivamente sulla prima casa (3,7%) o sulla prima casa e un conto in banca (19,1%). Il possesso di altri immobili o di investimenti e rendite riguarda circa il 23% di esse, contro il 36% riferito alla totalita’ delle famiglie italiane.
Oltre il 40% delle famiglie giovani vive infatti in una casa in affitto. E una ulteriore testimonianza della loro fragilita’ patrimoniale proviene proprio dall’analisi della condizione abitativa. Considerando l’insieme delle famiglie che non possiedono la casa in cui vivono, di nuovo sono le famiglie più giovani a risultare le più svantaggiate. L’83% di esse è in affitto da un privato (contro il 73,5% del totale delle famiglie non proprietarie), il 15,9% vive in una casa di un parente, e solo l’1% usufruisce di un affitto da un ente, che generalmente prevede canoni agevolati, a fronte del 9,5% del totale delle famiglie non proprietarie (percentuale che sale invece al 15% circa per i nuclei con persona di riferimento con 55 anni e più).
Nel dibattito pubblico le risorse rappresentate dal risparmio e dai patrimoni delle famiglie vengono frequentemente citate come un elemento di solidita’ del sistema economico nazionale. Ma questo discorso è destinato a essere sempre meno vero, se i giovani lavoratori, sulle cui spalle ricade prevalentemente il peso dell’incertezza economica, spesso senza alcun genere di ammortizzatori, non sono nelle condizioni di accantonare risorse per il futuro.
E anzi mostrano, diversamente dai loro padri, una maggiore tendenza (e necessita’) a indebitarsi.