Parco Scientifico e Tecnologico: la GdF scopre truffa milionaria, 36 indagati

A far scattare le indagini una lettera dell’ex amministratore unico, Diego Barba, che denuncio’ anomalie come modifiche statutarie arbitrarie e prevalenza degli interessi dei privati su quelli pubblici tanto che, a suo dire, il Pstda era diventato “soggetto ad ampia maggioranza privata”.

In esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip, Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta dei Pubblici ministeri Antonietta Picardi e David Mancini, e del Procuratore della Repubblica dell’Aquila Alfredo Rossini, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo abruzzese hanno dato corso ad un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente di beni mobili ed immobili per un valore di circa 500 mila euro, in pregiudizio di T.E.A., 63 anni, di Pescara, M.D., 49 anni, di L’Aquila, S.L., 60 anni, di Pescara, N.C., 41 anni, di Pescara, T.C., 47 anni, di Pescara.
Il provvedimento giunge all’esito di complesse e lunghe indagini che hanno rivelato illecite distrazioni di fondi erogati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali destinati a favorire l’impiego di 50 neolaureati in Ingegneria ed Economia e Commercio, attraverso un progetto, denominato “Giovani Innovazione”, realizzato e gestito dal Parco Scientifico e Tecnologico d’Abruzzo. Gli indagati debbono rispondere dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazioni, falso in scrittura privata e sostituzione di persona.
Il Parco Scientifico e Tecnologico d’Abruzzo è un ente consortile, con sede a L’Aquila, costituito nel 1993 senza fini di lucro e partecipato dalla Regione Abruzzo fino ad ottobre 2007. Ad esso hanno partecipato, nel tempo, consorzi di imprese operanti nella consulenza aziendale e nell’innovazione tecnologica, con l’obiettivo di realizzare azioni e progetti di innovazione e ricerca a beneficio del territorio e del mondo imprenditoriale.
Il Parco prevedeva quali organi societari, un Presidente, incarico ricoperto da un delegato del Presidente della Regione Abruzzo, un’Assemblea dei soci ed un Amministratore Unico che era anche Direttore Scientifico.
Con particolare riferimento al progetto “Giovani Innovazione”, approvato dal Ministero con un contributo iniziale di 2 milioni e 500 mila euro di cui solo 1 milione e 300 mila erogati, finalizzato all’inserimento del mondo del lavoro di 50 giovani neolaureati attraverso l’erogazione di borse di studio e la frequentazione di stages presso aziende ed attivita’ di formazione, le indagini della Guardia di Finanza hanno rivelato come, parte di tali provvidenze – quasi 500 mila euro – siano stati distratti da tale destinazione di importante significato sociale per essere dirottati nella disponibilità di alcune imprese componenti del Consorzio in seno al Parco Scientifico e Tecnologico d’Abruzzo.

Si tratta di 4 imprese, una delle quali con sede a L’Aquila e le rimanenti a Pescara i cui amministratori, tra il 2003 e il 2007, hanno progressivamente assunto il controllo degli organi di amministrazione del Consorzio del Parco. Per pervenire a tale risultato sono state anche modificate, in violazione della legge regionale 27 luglio 1993 nr. 30, alcune previsioni statutarie in modo da sostituire l’Amministratore Unico con un Consiglio di Amministrazione, conseguendo così l’estromissione della Regione Abruzzo da ogni attivita’ di direzione e controllo, con la nomina a Vice Presidente e responsabile del progetto “Giovani Innovazione” di uno dei quattro imprenditori, T.E.A. , principale artefice dell’operazione.

Proprio grazie alla posizione assunta in seno al Parco, il Vice Presidente ha predisposto un piano esecutivo che sostanzialmente trasferiva l’85% dello stanziamento, originariamente destinato alle borse di studio ed agli stages per i laureati, alle imprese che partecipavano al progetto. Queste ultime, a loro volta, hanno stipulato, con professionisti e propri dipendenti, contratti a progetto e lettere d’incarico concernenti attivita’ di tutoraggio, consulenze, costi di organizzazione e segreteria mai effettuati e per la realizzazione di costosissime dispense che, in realta’, erano facilmente reperibili su internet.
Con quei fondi sono stati altresì acquistati computer poi distratti a fini familiari, quotidiani a fini personali, spesati servizi di interpretariato e persino costi di pubblicita’ di una gara di “drifting” (pesca sportiva d’altura) e per il noleggio di autovetture.
Per i 50 neolaureati, nel frattempo rimasti in 16, per i progressivi abbandoni, non si è concretizzata alcuna assunzione.
Gli esiti dell’indagine sono stati rassegnati anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti con la segnalazione di un danno erariale per un importo complessivo pari a 1 milione e 250 mila euro. Nello specifico, oltre alle somme indebitamente percepite dagli autori della frode, e’ stato, altresì, segnalato un danno erariale, pari a circa 719 mila euro, corrispondente alla mancata riscossione, da parte della Regione Abruzzo, dei canoni di locazione degli immobili, sedi del Consorzio, ubicati a L’Aquila e Chieti, dal 2007, data in cui la Regione Abruzzo era stata estromessa dal Consorzio, ad oggi.