Lo studio completo del Cresa (Centro Regionale di Studi e Ricerche Economico Sociali), relativo all’economia pre e post terremoto.
Dal terremoto del 6 aprile 2009 sono trascorsi due anni. Un lasso di tempo non breve, ovvero impercettibile, a seconda dei punti di vista, comunque sufficiente per un primo inquadramento delle vicende sociali ed economiche che in questo frangente hanno interessato l’area del sisma e l’intero Abruzzo. Le questioni del rilancio dello sviluppo del “cratere”, pur nella sua peculiarita’ non sono infatti dissimili da quelle di una regione che fatica ad uscire da una transizione che sembra non avere fine.
Il Cresa ha cominciato a raccogliere dati ed informazioni sul territorio colpito dal terremoto sin dalle primissime ore. Ha fornito informazioni alla Protezione Civile, ha dato un contributo significativo ai lavori dell’Ocse, è citato nei contributi della Struttura tecnica di missione, è stato di stimolo per la discussione in diversi consessi istituzionali.
Consapevole dell’abbondanza e della molteplicita’ delle informazioni disponibili ma anche della mancanza di una loro organica sistematizzazione ha dato impulso alla creazione di un Osservatorio ad hoc sulle trasformazioni nel post sisma senza tralasciare ed, anzi, rafforzando il suo tradizionale impegno nel monitoraggio dell’economia regionale. All’Osservatorio, il cui acronimo è OTAS, hanno gia’ aderito Universita’ dell’Aquila, Italia Lavoro Spa, Regione Abruzzo, INAIL e Comune dell’Aquila.
È al momento in via di definizione l’adesione di altri enti il cui patrimonio informativo e statistico è di primaria rilevanza ai fini dell’organicita’ e compiutezza del progetto.
Lo studio che qui presentiamo giunge, probabilmente, in un momento in cui l’economia regionale è a un bivio. Stretta tra l’urgenza di contrastare gli effetti negativi dello shock sismico e la necessita’ di far fronte ai vincoli strutturali che l’hanno relegata in una condizione di stallo che dura da oltre un quindicennio.
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