Poco probabili, ma non nulle, le possibilita’ di collisione con satelliti in orbita.
Appena 5 giorni di preavviso quelli forniti da questo asteroide, che avra’ forse letto qualche ordinanza o direttiva post-terremoto, visti i tempi di sfratto intenzionato a concedere. Ma in caso di collisione, e se le dimensioni fossero state maggiori, non ci sarebbe stato nessun Bruce Willis pronto a sacrificarsi per salvare la Terra, non avrebbe avuto né il tempo né i mezzi per tentarci.
Da circa 18.000 km, MD 2011, questo il nome che identifica l’asteroide, dovrebbe dare un’occhiata al nostro pianeta, sfilare fra i satelliti artificiali in orbita ed allontanarsi, per ritornare di nuovo nel 2023.
Scoperto appena il 22 giugno, dai telescopi automatizzati LINEAR (acronimo del progetto Lincoln Near-Earth Research, che dal New Mexico hanno proprio il compito di scandagliare il cielo alla ricerca di corpi celesti che potrebbero impattare la Terra) si avvicinera’ a una distanza pari alla meta’ di quella dei satelliti geostazionari in orbita intorno al pianeta, appena 1/20 della distanza che ci separa dalla Luna.
Le dimensioni stimate, fra 8 e 18 metri, sono tali da non comportare alcun pericolo per la Terra. Nel caso di deviazione della traiettoria, possibile a causa della gravita’ terrestre e la ridotta vicinanza, l’atmosfera brucerebbe il corpo celeste, che diventerebbe un classico e spettacolare “bolide”, anche se alcuni meteoriti potrebbero raggiungere la superficie terrestre.
Massimo avvicinamento previsto alle 19.00 (ora italiana). Ma inutile alzare il naso verso il cielo. Sebbene osservabile con telescopi amatoriali, l’evento non sara’ visibile dall’Italia. Dovrebbe invece essere osservabile da alcune regioni dell’America, dal Pacifico e dall’Asia orientale, e in particolar modo in Australia e Nuova Zelanda.
In media un incontro ravvicinato con un oggetto di queste dimensioni avviene circa ogni 6 anni, ed oggi sono ben 1237 gli asteroidi conosciuti e identificati come Potentially Hazardous Asteroids (PHAs), di diametro approssimativo di almeno 100 metri e che potrebbero avvicinarsi alla Terra a una distanza inferiore a 1/20 di quella che ci separa dal Sole.
Per ora comunque, con buona pace dei Maya, nessun impatto è previsto con il nostro pianeta. Ma gli astronomi e i nuovi telescopi, sempre più potenti ed efficienti, continuano a scrutare l’universo e ad individuare di continuo nuovi oggetti.
In attesa della prossima scoperta, il Tar ha per ora rinviato il decreto di sgombero.
di Patrizio Trapasso