Vietato parlare del vicecommissario Cicchetti. Diffida a PrimaDaNoi.it

Articolo da http://www.primadanoi.it

Una diffida ed un preannuncio di risarcimento danni per aver utilizzato «toni diffamatori e denigratori» nei confronti del vicecommissario alla ricostruzione Antonio Cicchetti.

La raccomandata arriva da Roma ed è su carta intestata dello studio legale dell’avvocato Giuseppe Guancioli che cura la difesa di Cicchetti. La missiva del legale fa riferimento al nostro articolo intitolato “Tutta la “squadra” del vicecommissario Cicchetti in campo per la ricostruzione”.

«Tutto l’articolo pende, in modo gratuito», sostiene l’avvocato, «a dare l’idea che la nomina del dottor Cicchetti  sia stata indegna e che nella scelta di quella che viene definita la squadra del vicecommissario  vi siano stati comportamenti ambigui e sospetti. Così si afferma che la nomina “non fu presa bene” e che “in molti gridarono alla inopportunità”. La frase, inserita del tutto capziosamente all’inizio dell’articolo, indica l’intento diffamatorio che ha animato l’autore esulando in modo evidente dal diritto di cronaca e scontrandosi con l’obbligo di continenza che ogni giornalista deve osservare».

Il legale poi contesta l’uso delle parole «vecchia vicenda giudiziaria» che rimarrebbe «sullo sfondo». «Il dottor Cicchetti non ha, infatti, alcuna vicenda giudiziaria ed è incensurato e mai sottoposto ad alcun processo penale».

Sempre secondo il legale che diffida questo quotidiano, nell’articolo sono inserite informazioni su parenti ed amici ed altre vicende personali «riferite in modo generico» e «con spirito palesemente denigratorio» «che culmina con l’indicazione di una direttiva di cui si afferma senza alcun riscontro che “non avrebbe riscosso gran successo” e di una parcella pagata strettissimo giro di posta (come a sottintendere che la cosa sia illegale)».

«L’articolo contestato non contiene alcuna reale intento diffamatorio», scrive in risposta il legale di PrimaDaNoi.it, Massimo Franceschelli, «l’autore ha esercitato legittimamente il diritto di cronaca in quanto si è limitato a riferire i fatti e gli atteggiamenti di enti e cittadini all’epoca della nomina, d’altro canto i link riportati all’interno del testo forniscono ampi riscontri sulla veridicità di quanto affermato».

Sul fatto che la nomina di Cicchetti «non fu presa bene», infatti, ogni abruzzese che abbia letto qualche giornale locale all’epoca ricorderà  le lunghe polemiche, le prese di posizione del sindaco Massimo Cialente e la sua minaccia di dimissioni o Rifondazione Comunista che si disse fortemente contraria alla nomina perché «già condannato dalla Corte dei Conti». Ma siccome PrimaDaNoi.it non si accontentò delle dichiarazioni le verificò pubblicando allora le sentenze integrali affinchè tutti potessero approfondire, leggere e distinguere la polemica politica dalla realtà.

Sulla «inopportunità» della nomina abbiamo anche chiesto che cosa ne pensassero i nostri lettori con un sondaggio on line (con tutti i limiti che questo strumento può contenere) ma l’indicazione che ne venne fuori fu univoca. Insomma che la nomina fosse contestata è un fatto più che vero.

Stesso discorso per «la vecchia vicenda giudiziaria»: nell’articolo è ben chiaro che si tratta della vicenda della Perdonanza e della Corte dei Conti e non di un procedimento penale (dove si parla di “incensuratezza”) del resto come detto nell’articolo vi sono ben due sentenze pubblicate, compresa quella in appello dove si dichiara l’estinzione del giudizio per intervenuto pagamento del dovuto «di cui al decreto di condono».

Tra le altre cose per ulteriore correttezza pubblicammo (e citammo nell’articolo contestato) anche una intervista rilasciata da Cicchetti a Famiglia Cristiana nella quale diceva di essere parte lesa nella vicenda della Perdonanza.

Sulle società e dei parenti ne aveva scritto anche il Corriere.

Sul pagamento in tempi celeri la trasparenza aiuta a verificare la notizia.

Sulla accusa che riguarda la nostra affermazione «la direttiva non fu accolta bene» potremmo citare decine di fonti: ci limitiamo a La Repubblica un articolo de Il Centro, un altro ancora.

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Con questo siamo sicuri che i lettori si siano fatti una idea precisa e documentata di quello che abbiamo scritto e di come lavoriamo. Siamo abituati a ricevere missive come questa ma siamo sicuri che con le delucidazioni date ed una attenta lettura dell’articolo contestato e dei link (perché i nostri articoli si leggono su un monitor…) il vicecommissario Cicchetti ed il suo avvocato si renderanno ben conto che quello che abbiamo scritto è solo la verità e che non vi sono commenti o critiche di sorta (sebbene anche le critiche sarebbero ancora legittime).