Prima udienza preliminare riguardante il crollo di una palazzina in via XX Settembre al civico 123, in cui sono morte cinque persone e dove l’unico sopravvissuto finito sotto inchiesta e’ il collaudatore statico, Leonardo Carulli, di 85 anni. Nel corso dell’udienza si sono costituite 15 parti civili, tra familiari delle vittime e i sopravviossuti della tragedia.
Tra loro anche il Comune dell’Aquila. Il Gup del Tribunale dell’Aquila, ha ordinato la citazione dell’Ater quale parte offesa.
L’udienza e’ stata aggiornata al 19 luglio data in cui e’ previsto il pronunciamento anche della Corte di Cassazione sulla richiesta di remissione ad altro giudice, avanzata dall’avvocato di fiducia dell’indagato Carulli, come fece a suo tempo, l’avvocato Attilio Cecchini per la Casa dello Studente. Strada, come si ricordera’, che venne preclusa dai giudici della Suprema Corte.
Per il legale, infatti, l’organo giudicante non si troverebbe in una situazione di serenita’’ e di imparzialita’. Carulli in qualita’ di collaudatore statico delle strutture portanti dell’edificio “non avrebbe adempiuto correttamente agli obblighi derivanti dall’incarico ricevuto. Non avrebbbe accertato il rispetto della distanza minima delle staffe e lo spessore dei copriferri; infatti le strutture avevano una quantita’ di staffe inferiore al minimo imposto dalla normativa all’epoca vigente e con copriferro insufficiente; non ha rilevato la realizzazione delle strutture in maniera rispondente alle prescrizioni”.
Sempre a Carulli, il pm Fabio Picuti contesta di aver rilasciato il certificato di collaudo statico in base ad un’unica prova sui materiali, in particolare sui calcestruzzi eseguita sul quarto piano della struttura.