Terremoto L’Aquila: su Sicurezza e Prevenzione è suonato il campanello di allarme

Per qualcuno era necessaria che arrivasse, e puntualmente e’ arrivata. Una scossa di magnitudo 3.2, nella serata del 21 maggio, sotto la citta’. Migliaia di volte meno potente di quella del 6 aprile 2009, ma sufficiente per dimostrare quanto le parole Sicurezza e Prevenzione siano ancora poco conosciute a molti, in particolare a coloro che dovrebbero agire e decidere per la popolazione.
Ecco che arriva l’oracolo del giorno dopo, dal quale in tanti ancora si ostinano a cercare un conforto che possa giustificare le proprie azioni, o avere una previsione su un evento che ha ben poco di prevedibile, come la scossa che ti arriva senza preavviso alcuno. E’ anche probabile che qualcuno ne approfitti per fare “odiens”, che la corretta informazione può andare a farsi friggere.
Ed ecco che ci si ritrova per strada. Inutile andare nelle aree di attesa, quella lista di piazze e possibili luoghi di ritrovo, misero frutto di oltre due anni di lavoro, si fa per dire, del comune dell’Aquila.  Inutile cercare le aree di accoglienza attrezzate, o un’informazione corretta alla cittadinanza, o un’eventuale segnaletica aggiuntiva. Più facile mostrarsi in tutte le inaugurazioni, che occuparsi di prevenzione e sicurezza, mentre proprio in questi giorni si buttano fuori dagli alloggi assegnati varie famiglie, perché possono tornare nelle loro abitazioni, classificate A, ma a rischio crollo. Cose dell’altro mondo.
Ed ecco che forse si comprende che riavere una casa a L’Aquila con una sicurezza sismica fra il 60 e l’80%, con riferimento alle ultime normative, non e’ proprio il massimo. E che forse alle belle mattonelle di oggi ci si potrebbe rinunciare, se si ha la possibilita’ di poter ricostruire la propria abitazione. E che il contributo statale per l’adeguamento sismico oltre l’80% non e’ un particolare tra tanti, ma deve essere irrinunciabile per la ricostruzione.
Ora attendiamo. Che qualcuno la smetta di frignare, di difendersi, o di attaccare. Che la smetta di pensare alle elezioni, intrallazzi politici, amichetti del quartiere, o se preferite delle new towns.
E che, finalmente, produca, distribuisca, ed applichi, un adeguato Piano di Protezione Civile. Che ce n’e’ bisogno, molto più degli spot elettorali, gia’ in onda da giorni.

p.t.