Il Gup del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi, al termine dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio, il 15 luglio, Luigi Marrone di 94 anni di Scoppito (L’Aquila), l’unico imputato (quelli identificati erano una decina ma sono tutti morti nel corso degli anni) per il crollo del condominio di via Poggio Santa Maria, in pieno centro storico, dove sono morte 19 persone.
All’udienza oggi c’erano anche i parenti delle vittime di quella che e’ una delle vicende piu’ dolorose della maxi inchiesta sul terremoto.
Presenti tutte e 15 le parti civili, compreso il Comune dell’Aquila, che per questo crollo ha chiesto 1 milione di euro di risarcimento. Nel corso dell’udienza gli avvocati difensori dell’imputato, Ernesto e Massimiliano Venta avevano chiesto l’apertura di un incidente probatorio, per dare l’avvio ad una super-perizia ma il Gup, ritenendo esaustiva quella del pm titolare dell’inchiesta, Fabio Picuti, ha rigettato la richiesta degli avvocati che avevano sollevato discrasie tra le risultanze della perizia del pm e quella di parte.
Per Luigi Marrone l’accusa e’ di omicidio colposo plurimo, all’epoca committente e intestatario della concessione edilizia del palazzo di quattro piani realizzato negli anni sessanta e venuto gia’ nella notte del sisma. Al momento del crollo nel palazzo dormivano una ventina di persone.
I racconti dei pochi superstiti sono stati agghiaccianti: una studentessa riminese di 20 anni Eleonora Calesini, estratta viva dopo quasi due giorni dal crollo; un’altra e’ riemersa dopo un’apnea di 23 ore: ha respirato grazie a un cuscino. Una persona era rimasta sul letto con le gambe bloccate. I soccorritori si erano infilati sotto la rete, e l’avevano segata tirandola fuori dalle macerie. (AGI)