Cosi’ com’era nell’aria, il gup del Tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella, ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo e disastro colposo, Augusto Angelini di 85 anni, per il crollo l’edificio di via Sturzo, al civico 39, da lui in parte progettato, nel quale sono morte ventuno persone. Il processo e’ stato fissato per il 7 ottobre. Secondo l’accusa il palazzo sarebbe crollato in seguito all’uso di calcestruzzo scadente, per carenze costruttive consistenti nel numero minimo di staffe di collegamento delle armature, per errori di progetto e calcolo delle strutture consistiti nella mancata previsione e verifica del sistema resistente alle azioni sismiche orizzontali provenienti da almeno due direzioni.
Da sottolineare la circostanza che il processo e’ stato disposto solo sulla base di una perizia commissionata dall’accusa. Oggi, infatti, il difensore dell’imputato, Augusto Di Sano, ha chiesto che venisse disposta una consulenza di ufficio senza che la istanza, che verra’ reiterata nel dibattimento, fosse accolta. Va anche precisato che nella vicenda sarebbero implicate anche altre persone, forse a maggior titolo rispetto all’imputato, ma sono decedute da anni.
L’avvocato Di Sano ha anche presentato dei documenti d’epoca in base ai quali si ravviserebbe la responsabilita’ di un ingegnere che fu incaricato dalla Prefettura di fare importanti verifiche sui lavori ma finora non e’ mai entrato nell’indagine. Nell’udienza di oggi si sono costituite 16 parti civili tra cui il Comune dell’Aquila che hanno avanzato richieste risarcitorie per svariati milioni di euro.
Sempre l’avvocato Di Sano ha sollevato nel corso dell’udienza preliminare delle discrasie tra la perizia del pm e quella di parte e che avrebbero messo in luce come dai dieci appartamenti presenti nella fase progettuale in realta’ ne siano stati realizzati due di piu’ ma anche sul posizionamento di grossi serbatoi dell’acqua sul tetto dell’edificio, non presenti invece nel progetto. Angelini e’ accusato anche nel filone d’inchiesta relativo al crollo della vicina palazzina di via Sturzo dove sono morte sette persone per il quale il processo e’ stato fissato per il 7 ottobre.
La magistratura, sulla scorta di indagini fatte dalla Forestale, ha osservato come nella zona tra via Sturzo e strade vicine, dove ci sono tutti edifici in cemento armato costruiti tra il 1950 e il 1965, ci sono state 135 vittime: ovvero il 45 per cento del totale dei morti per il sisma del 6 aprile.