“Devo prima terminare i processi sul terremoto e poi posso prendere in considerazione eventuali trasferimenti”. Così il procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini, procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, ha commentato il suo possibile trasferimento a Genova come capo di quella procura. Rossini e’ in testa alla graduatoria per un posto al quale ambiscono 15 alti magistrati.
Il posto sara’ vacante dall’estate quando il procuratore capo, Luciano Di Noto, andra’ in congedo, cioé in pensione. “Sono processi ai quali ho dedicato tutto me stesso in questo periodo, non possono andare via prima di aver concluso un lavoro importante, caratterizzato da un impegno umano nei confronti di una citta’ ferita. Ormai, non si contano più le volte in cui i cittadini mi dicono di continuare a lavorare con la stessa determinazione e tempestivita’ – ha concluso -. Non li abbandono”.
GUARDIA SEMPRE ALTA SULLE INFILTRAZIONI
“L’operazione contro i Casalesi che coinvolge il territorio dell’Aquila non mi allarma perché sapevo fin dai giorni successivi al terremoto che sull’Aquila e sul cratere si sarebbero accentrate le attenzioni delle mafie con possibili infiltrazioni”. Lo ha detto il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Alfredo Rossini, commentando l’operazione della direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha portato al sequestro di beni riconducibili al clan dei Casalesi nel basso Lazio e all’Aquila.
“I rischi di filtrazioni li comunicai subito – ha continuato -, il quadro oggi non cambia, la nostra guardia e’ sempre alta. Proseguiamo nel nostro lavoro con serieta’, ci sono tutti gli strumenti per contrastare le attenzione della malavita organizzata nella ricostruzione post terremoto. In tal senso, ci sono stati risultati”. Rossini ha comunque chiarito che l’operazione di Napoli non coinvolge la procura aquilana, non riguarda il terremoto e che, al momento, non ci sara’ richiesta di trasferimento di atti.