DONAZIONI TERREMOTO: I 5 MILIONI DEGLI SMS IN UN PROGETTO DI MICROCREDITO DI ETIMOS

Al consiglio comunale di Assisi un’interpellenza sui fondi per l’Abruzzo

Decine di milioni sono gli euro donati dagli italiani dopo il sisma del 6 aprile 2009. Di molti si e’ persa letteralmente traccia. Di altri, come quelli raccolti dal comune di Assisi, non se ne conoscono le cifre e non e’ ancora stato inviato un centesimo a quasi due anni dal terremoto. Il sindaco in carica, Claudio Ricci (PdL), ritiene opportuno inviarli con comodo, dopo l’approvazione del bilancio 2011. E non c’e’ fretta nel consiglio comunale, in cui un’interpellenza del 4 marzo appariva come ultimo dei 14 punti all’ordine del giorno.

Di altri fondi si ha la trasparenza della destinazione, come quelli relativi agli SMS affidati alla Etimos dalla Protezione Civile, potendone almeno verificare impieghi e costi di gestione.

CHI E’ ETIMOS S.c.: un consorzio finanziario internazionale, con sedi in Italia, a Padova, e tre sedi decentrate in Sri Lanka, Senegal e Argentina. Da più di vent’anni raccoglie il risparmio e lo gestisce nei Paesi in via di sviluppo, con programmi di microcredito, cooperative di produttori, iniziative microimprenditoriali e organizzazioni di promozione sociale. Nel 1999 contribuisce a fondare Banca Etica, nel 2002 Sefea (la Societa’ europea per la finanza etica e alternativa). Dal 2006 l’espansione e consolidamento in Asia, Africa e Sud America. Il capitale e’ fornito alla Etimos da risparmiatori (banche, fondazioni, cooperative, enti ecclesiali, Ong, imprese e privati) interessati a strumenti per investimenti socialmente responsabili, ma anche remunerativi sotto il profilo finanziario.

GLI SMS, 5 MILIONI DI EURO: sperimentata con parte delle donazioni raccolte dopo lo tsunami in Sri Lanka, in cui fu avviato un progetto di microfinanza, la collaborazione fra Etimos e Protezione Civile si ripete in Abruzzo, con una convenzione stipulata il 23 novembre 2009, e con l’assegnazione di 5 milioni destinati ad attivita’ di recupero del tessuto socio-economico nel post-terremoto. Anche se il capitale fornito alla Etimos non proviene, in questo caso, da risparmiatori interessati a una remunerazione di quanto investito.

PROGETTO E COSTI: dei 5 milioni iniziali, 470mila vanno in “oneri riferiti alla gestione operativa del progetto per tre anni, a far data da dicembre 2009”, ci conferma Chiara Benvegnù, coordinatrice Progetti Innovativi Etimos, “somma largamente insufficiente” – aggiunge alla nostra richiesta di conoscere altri costi oltre a quelli indicati -”in ogni caso stiamo cercando di attivare tutte le possibili sinergie pubbliche e private, volte al raggiungimento di una sostenibilita’ dell’iniziativa nel medio-lungo termine”. Dei 4,53 milioni restanti, e’ previsto un plafond di 500mila euro per famiglie e singoli, 3,53 milioni per micro e piccole imprese, 500mila per cooperative, associazioni e imprese sociali.

All’8 marzo, l’ammontare complessivo dei crediti erogati dalle banche e’ di 204mila euro, di cui 54mila per famiglie (11 richieste) e 150mila per imprese (7 richieste). Sono nel complesso 132 le richieste di credito accolte presso i centri Caritas, incaricati di valutare i bisogni delle persone ed eseguire una prima valutazione in fase di pre-istruttoria che viene poi inviata alle banche. Abbiamo chiesto alla Etimos se era il caso di rivedere l’impostazione del progetto, in caso di scarso utilizzo dei fondi disponibili. Nella risposta si indica che “il Dipartimento della Protezione Civile e il Consorzio Etimos valuteranno assieme agli altri partner del progetto una diversa destinazione delle residue disponibilita’ economiche, coerente con le finalita’ dell’iniziativa e i bisogni della popolazione”

GLI INTERESSI SUI PRESTITI: le banche rientrano tra i partner del progetto di microcredito. Il tasso d’interesse applicato dal sistema bancario, e interamente a esso destinato, e’ uguale all’IRS di riferimento + 2,5% per il credito alle famiglie. Per altre tipologie di finanziamento il tasso di interesse e’ dato dall’Euribor 3 mesi + 2,5%. Per ogni singola erogazione, il sistema bancario si e’ impegnato a versare un contributo per la sostenibilita’ del Fondo di garanzia, pari allo 0,3% o 0,6% dell’ammontare garantito, in base alla tipologia di finanziamento concesso.

GARANZIE E PIANI DI RIENTRO DEL DEBITO: “Ai beneficiari non sono richieste ulteriori garanzie, oltre a quella fornita dal progetto attraverso il fondo di garanzia” – ci risponde ancora Chiara Benvegnù – “i piani di rientro variano a seconda del tipo di prestito, così come anche il pre-ammortamento. Nel caso il cliente non sia più in grado di far fronte al proprio debito, si procedera’ valutando la singola situazione, anche attraverso la negoziazione di un nuovo piano di ammortamento. In ogni caso il fondo di garanzia risponde per la percentuale di competenza, rimanendo il residuo a carico del sistema bancario. Per i soggetti in fase di start-up e’ prevista la possibilita’ dell’accesso al credito tramite l’intervento di un Consorzio Fidi a fronte dell’estensione della garanzia al 100% (solo nel caso in cui le banche non valutino sufficiente la garanzia offerta dal fondo).”

Trasparenza quella dimostrata dal consorzio Etimos, anche se viene da chiedersi se gli italiani avessero immaginato un siffatto utilizzo delle loro donazioni. Cinque milioni di euro, con costi di gestione che appaiono eccessivi e fondi residui che vanno ad alimentare un circuito di prestiti bancari. Difficile pensare rientrasse nelle intenzioni di tanti donatori.

Patrizio Trapasso