A un mese dal secondo anniversario del terremoto, e dopo 309 morti, a L’Aquila non esiste un Piano di Protezione Civile.
Probabilmente i nostri amministratori sono più impegnati a preparare le celebrazioni del 6 aprile, a verificare la lista delle personalita’ pubbliche, truccate a festa per farsi inquadrare da TV, giornalisti e fotografi d’assalto, pronti a registrare una dichiarazione o una mimica facciale di profonda commozione.
Qualche foto ricordo (vedi, quello ero io con il presidente del consiglio tanti anni fa…), strette di mano decise o sudaticce, impegni e promesse solenni, frasi di circostanza studiate a tavolino. Il tempo necessario per dare agli italiani un altro capitolo atteso sullo show mediatico del terremoto, prima di ritornare nell’oblio e indifferenza quotidiana.
23 mesi, per avere un’anonima lista di aree di attesa in caso di evento sismico. Piazze e aree all’aperto, un numero verde che risponde in orari di ufficio (Brunetta avra’ assunto il terremoto alla P.A. per tenerlo buono), nessun’area organizzata, spot informativi di scarsa rilevanza in caso di emergenza.
Nessun Piano di Protezione Civile pubblicato, nonostante sia disponibile, a detta di qualcuno, da gennaio 2009, e ne abbiamo visto i grandi benefici.
Al Sindaco Massimo Cialente, e all’assessore con delega alla protezione civile Roberto Riga, continuiamo a fare una semplice richiesta.
“DATECI OGGI IL NOSTRO PIANO DI PROTEZIONE CIVILE QUOTIDIANO, O DIMETTETEVI”.