Egregio Commissario, con non poca amarezza apprendo dai media che nella giornata di ieri Lei ha convocato, presso la caserma della Guardia di Finanza, una nutrita rappresentanza delle istituzioni aquilane per discutere con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dott. Gianni Letta circa i temi della ricostruzione della citta’ dell’Aquila.
L’amarezza e’ legata al fatto che nessun rappresentante dell’Universita’ dell’Aquila e’ stato invitato a questo importante incontro che, secondo il resoconto giornalistico odierno, ha rappresentato una sorta di “tavolo degli enti della ricostruzione”.
Anche se fosse stata, come mi auguro, una semplice e casuale dimenticanza, sarebbe comunque un episodio significativo della considerazione riservata alla più importante Istituzione culturale cittadina che rappresenta, con 1200 dipendenti e 23.000 studenti, anche la realta’ produttiva più importante del contesto territoriale aquilano.
Una considerazione che stride ancor più con le comunicazioni governative nazionali e regionali che sistematicamente caratterizzano l’Aquila come una citta’ universitaria e individuano proprio nell’Universita’ il principale, se non esclusivo, punto di forza in grado di garantire un nuovo e duraturo sviluppo a tutto il contesto territoriale aquilano e alla sua popolazione, così duramente provata dal sisma del 2009.
Sono peraltro dispiaciuto che una tale “dimenticanza” abbia impedito all’Universita’ di esporre al Sottosegretario dott. Gianni Letta, la cui correttezza istituzionale e’ unanimemente riconosciuta, i suoi attuali problemi e la sua visione sulla ricostruzione. Potrei comprendere, ma non giustificare comunque, l’esclusione della miapersona in ragione delle posizioni critiche assunte che mi hanno visto non allineato al pensiero unico che ha caratterizzato le strategie politiche seguite dalla immediata fase dell’emergenza post-sismica sino a quelle più attuali sulla ricostruzione. Non posso, tuttavia, accettare l’esclusione dell’Universita’ come Istituzione che, pur tra tante difficolta’, continua a svolgere pienamente la sua funzione al servizio della comunita’ universitaria e, soprattutto, della citta’ dell’Aquila.
In tal senso, perché non invitare nel consesso degli “enti della ricostruzione” anche gli studenti universitari, che rappresentano la linfa vitale della citta’, alla quale sono così fortemente legati da superare le mille difficolta’ quotidiane dovute anche alla carenza di servizi a loro dedicati?
Ma al di la’ degli aspetti formali e istituzionali, l’amarezza deriva soprattutto dal fatto che il mancato invito ha impedito all’Universita’ di rappresentare in quella sede i numerosi e gravi problemi che tuttora la riguardano e che derivano anche, se non soprattutto, dalle difficolta’ incomprensibili e ingiustificate che quotidianamente si riscontrano proprio nei rapporti con le istituzioni governative e con quelle preposte alla ricostruzione post-sismica.
Mi auguro che si sia trattato solo di una dimenticanza non voluta e, in tal senso,chiedo alle autorita’ provinciali e cittadine, che leggono per conoscenza questa lettera, di adoperarsi affinché in futuro non si ripetano simili episodi che, se contraddicono i messaggi mediatici ripetutamente lanciati su “L’Aquila, citta’ universitaria”, rischiano soprattutto di discriminare le potenzialita’ che l’Universita’ e’ in grado di esprimere per la rapida ricostruzione della citta’ nell’interesse esclusivo di tutta la popolazione aquilana.
Nel ringraziarLa per l’attenzione, l’occasione mi e’ gradita per porgerLe i miei migliori saluti
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