La Struttura per la gestione dell’emergenza gli ha trasmesso ieri la notifica a lasciare l’albergo entro 48 ore. Lui e sua madre, casa classificata B, e dal giorno del terremoto del 6 aprile 2009 sballottati da una parte all’altra, non sanno dove andare perche’ i lavori nella sua abitazione sono ancora lontani dall’essere ultimati. Cosi’ Renato Vitturini, fotografo della redazione aquilana del Messaggero, si e’ incatenato stamane fuori dai cancelli di palazzo Silone, sede della Giunta regionale d’Abruzzo, all’Aquila.
”E’ l’unico posto dove potevo attirare un po’ di attenzione – spiega infreddolito mentre amici e forze dell’ordine lo invitano a desistere – e sperare nella sensibilita’ e nell’aiuto del Commissario”. Renato Vitturini, che prima del sisma abitava in localita’ San Giuliano, attualmente era ospite di un albergo di Lucoli. Ora non ha idea dove passare la notte.
Troppo esiguo anche il preavviso per potersi organizzare magari con parenti e conoscenti. Quella del fotografo, molto noto in citta’, e’ solo una delle tante storie di cui si e’ testimoni in questi giorni. Molte, infatti, le famiglie buttate fuori dagli alberghi nel giro di poche ore.
La normativa vigente, che prevede l’assistenza alloggiativa solo per coloro che hanno casa classificata E o in zona rossa, va applicata. Ma di certo sta provocando notevoli disagi ad una fetta di popolazione gia’ stremata dalla precarieta’. Ed il freddo intenso di questi giorni acuisce ulteriormente i problemi.
E’ dell’altro giorno la notizia di una famiglia tornata a vivere in un poco confortevole contanier proprio perche’ gli erano stati revocati dall’oggi al domani i benefici alloggiativi. (ASCA)