Ebbene si, c’ero anche io nell’asilo occupato; e insieme a me professori, madri e padri di famiglia, uomini e donne impegnati della raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare che dovrebbe garantire, se approvata, tempi e risorse certi per la ricostruzione dell’Aquila, sicurezza e prevenzione. C’erano degli anziani, costretti a giocare a carte sotto la pensilina degli autobus alla Fontana Luminosa. E c’erano tantissime ragazze e ragazzi, belle e belli, coraggiose e coraggiosi, che non vogliono vendere la loro anima per un pugno di euro, ma costruire un futuro abitato da cultura e legalita’, parole straordinarie a cui e’ necessario tornare a dare un senso.
Sabato sera, quando e’ stato occupato l’asilo, ho pensato che se ci fosse stato uno spazio di accoglienza per i giovani, forse quella tragica notte del 6 aprile molti giovani vite sarebbero state risparmiate. Gli studenti “fuori sede” avrebbero avuto un luogo in cui ripararsi dal freddo e dalla paura: un luogo sicuro, a prova di sisma, come dovra’ essere lo stabile che i ragazzi si sono, giustamente e legittimamente preso.
Legittimamente, si, perché questa e’ una citta’ universitaria, e’ una citta’ che i ragazzi hanno reso viva, che hanno amato, che hanno sorretto economicamente. Molti di loro sono stati uccisi dall’incuria e dal profitto. Almeno i sopravvissuti che vengano risarciti.
Domenica all’asilo c’e’ stato un pranzo, quello della festa, abitualmente preparato da alcune madri che ( udite, udite) frequentano anche Case Matte. Ed e’ stato bellissimo vedere attorno al tavolo generazioni diverse confrontarsi su progetti, idee – e perché no?- sogni.
Siamo stati definiti “comitati e circoli sinistri che si nutrono di odio sociale” dal consigliere comunale Luigi D’Eramo.
Sinistri sta per “di sinistra” o dobbiamo interpretate l’aggettivo in senso stretto?
E le “organizzazioni comuniste” quali sarebbero? Ce lo dica, la prego consigliere ,perché purtroppo se ne e’ persa traccia.
Risparmio al consigliere D’Eramo le indicazioni anche geografiche per scoprire ambienti, persone e culture sinistre.
Per quanto ci riguarda andremo avanti, sentendo l’obbligo morale di garantire alle giovani generazioni spazi di civilta’, di incontro, di crescita; spazi aperti dove chiunque possa sentirsi a casa, e ritrovare un pezzo della sua citta’.
Bene ha fatto l’assessore Stefania Pezzopane a dare delle garanzie sulla gestione di questa occupazione, facendo prevalere l’intelligenza delle cose su logiche inutilmente e stupidamente repressive.
Antonietta Centofanti
Presidente Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente