L’aquila – 26 dicembre 2010, Lettera aperta ai cittadini aquilani
Le organizzazioni sindacali, che unitariamente hanno proclamato lo stato di agitazione – ndr il 17 dicembre 2010 –, ritengono ora di specificare ulteriormente i motivi che le hanno indotte a tale decisione.
Preliminarmente occorre sottolineare che ancora oggi sono molte le attivita’ necessarie conseguenti al sisma: demolizioni, movimentazione macerie, coperture tetti, messa in sicurezza dei fabbricati, assistenza nelle attivita’ di recupero negli immobili inagibili ed altre ancora.
Certamente nel nostro corpo ci sono uomini e mezzi qualificati a porre in essere tali attivita’.
Tuttavia i vertici della nostra Amministrazione sono impegnati più ad organizzare manifestazioni e ritirare medaglie, guadagnate con il sudore della nostra fronte, che a pianificare una programmazione operativa volta a garantire il fattivo contributo del Corpo alla citta’, senza garantire una soluzione di continuita’ con l’attivita’ svolta sino ad ora.
In tal senso e’ omissivo anche il Commissario Delegato per la ricostruzione.
Inoltre il personale presente non e’ sufficiente a garantire tutte le attivita’ post-sisma.
Infatti non e’ stato consentito il rientro di tutto il personale vigile del fuoco in servizio fuori sede, cosa che, invece, e’ avvenuta in altre emergenze nazionali, come ad esempio nell’emergenza rifiuti in Campania.
Nulla poi e’ stato fatto per il potenziamento di organico e di mezzi del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di L’Aquila che, invece, ne avrebbe davvero bisogno: non può essere dimenticato e taciuto, invero, il fatto che la sera del sisma, nel Comando erano in servizio solo 13 uomini.
Ed ancora bisogna aggiungere che, ad oggi, alle scriventi OO.SS., risulta che il contingente attualmente in appoggio al Comando di L’Aquila, circa 120 unita’, gia’ dal 23 dicembre verra’ dimezzato e nessuna informazione viene fornita su cosa accadra’ dal 1.01.2011.
Il personale di Comando, quindi, tenuto sempre a garantire le operazioni di soccorso tecnico urgente, sara’ impossibilitato a svolgere i servizi post-sisma di assistenza alla popolazione, finora svolti ed ancora palesemente necessari.
La situazione, gia’ così problematica, e’ infine appesantita anche da una difficile comunicazione tra le parti sindacali e l’attuale dirigente locale.