Processi per crolli, si delinea il quadro definitivo

Venerdì l’udienza preliminare sulla Commissione Grandi Rischi. Quindici i filoni di inchiesta, due le richieste di archiviazione.

Il 10 dicembre l’attesa udienza preliminare sulla Commissione Grandi Rischi, che il 31 marzo 2009 si riunì con “l’obbiettivo di fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili alla comunita’ scientifica sull’attivita’ sismica delle ultime settimane”. La commissione emise il famoso verbale a pochi giorni dal sisma del 6 aprile 2009. Verbale che sarebbe stato firmato a terremoto ormai avvenuto, se saranno confermate le dichiarazioni rilasciate nei mesi successivi da Enzo Boschi.

Sette gli indagati: Franco Barberi (quale Presidente vicario della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi e Ordinario di Vulcanologia Universita’ Roma Tre), Enzo Boschi (Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Ordinario di Fisica Terrestre Universita’ di Bologna), Bernardo De Bernardinis (quale Vice Capo settore tecnico operativo del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile), Mauro Dolce (Direttore dell’Ufficio Rischio Sismico del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e Ordinario di Tecnica delle costruzioni Universita’ di Napoli Federico II), Giulio Selvaggi (quale Direttore del Centro Nazionale Terremoti), Gian Michele Calvi (quale Direttore della Fondazione Eucentre e Ordinario di Progettazione in zona sismica Universita’ di Pavia) e Claudio Eva (Ordinario di fisica terrestre Universita’ di Genova).

I reati contestati, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e cooperazione nel delitto colposo, si esplicitano nelle colpe per “negligenza, imprudenza e imperizia”, come si può leggere dalla memoria del Pubblico Ministero.

Nessun processo alla possibilita’ di prevedere i terremoti, quindi, come da alcuni settori del mondo scientifico e da taluni giornalisti si cerchi di far passare queste indagini. Oggi non e’ possibile prevedere i terremoti, ma per lo stesso motivo non e’ possibile escludere che possa accadere un evento di elevata magnitudo, come avvenne il 6 aprile 2009 a L’Aquila dopo alcuni mesi di sciame sismico.

Degli ultimi giorni, la costituzione in parte civile di Livio Bearzi, preside del Convitto nazionale. Quindici milioni di euro la richiesta, da destinare ai familiari dei tre minorenni morti a seguito del crollo del Convitto (per il quale e’ imputato lo stesso Bearzi) ed anche ai familiari di altre vittime del sisma.

LE ALTRE INDAGINI
Ormai delineato il quadro definitivo delle indagini relative ai crolli con morti o che hanno destato molto scalpore nell’opinione pubblica, come l’Ospedale S.Salvatore e la Facolta’ di Ingegneria. Indagini seguite da Alfredo Rossini (Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila), e Fabio Picuti (sostituto procuratore).

Sono un centinaio i casi archiviati, relativi a crolli, anche con morti, per i quali le perizie dei consulenti tecnici nominati dalla procura non hanno evidenziato responsabilita’. Crolli legati alla violenza del sisma e alla vetusta’ delle strutture, non adeguate alle normative antisismiche entrate in vigore a partire dagli anni ‘70. La maggior parte delle archiviazioni riguarda frazioni o comuni limitrofi al capoluogo.

I reati contestati negli altri procedimenti sono per lo più relativi al crollo ed omicidio colposo, e lesioni colpose nel caso in cui ci siano stati dei feriti.

IN DIBATTIMENTO PENALE
Alla data attuale, una sola indagine e’ giunta alla fase di dibattimento penale. Per i crolli del Convitto Nazionale sono imputati Livio Bearzi (preside del Convitto dell’Aquila) e Vincenzo Mazzotta (dirigente del settore edilizia della Provincia dell’Aquila). Tre minorenni morti nella struttura, un quarto gravemente ferito. Il 28 gennaio 2011 la prossima udienza, con gli avvocati della difesa che hanno annunciato l’intenzione di “procedere ad una lista lunghissima di testi”, alcune centinaia di persone.

INDAGINI PRELIMINARI CONCLUSE

Casa dello Studente: 8 studenti morti, 17 feriti, con traumi anche psichici. A settembre 2010 i collegi difensivi hanno presentato istanza di incidente probatorio. Il Gup del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Grieco, ha affidato l’incarico a Maria Gabriella Mulas, docente del politecnico di Milano, che dovra’ consegnare la perizia entro il 30 aprile 2011. La prossima udienza e’ fissata al 4 giugno 2011.

In totale sono 11 gli indagati, oltre agli ex titolari dell’immobile (deceduti). Il costruttore e i tecnici che a vario titolo hanno effettuato a fine anni ’90 e nel 2003 i restauri, oltre a coloro che hanno avuto responsabilita’ amministrative. Claudio Botta, 89 anni, dell’Aquila, ingegnere progettista, Giorgio Gaudiano, di Roma (78), Walter Navarra, dell’Aquila (62), Bernardino Pace, di Pratola Peligna (52), Carlo Giovani, dell’Aquila (43), Pietro Centofanti, di Sulmona (49), Tancredi Rossicone, di Scanno (52), Massimiliano Andreassi, dell’Aquila, (40). Indagati con responsabilita’ amministrative: Pietro Sebastiani (49), Luca Valente (47), Luca D’Innocenzo (33).

Via Gabriele D’Annunzio: 13 le persone morte in questo crollo. Tre gli indagati: oltre il costruttore Filippo Impicciatore, 71 anni, tra i realizzatori dell’edificio nel 1961, compaiono il progettista dei lavori di ristrutturazione e l’imprenditore esecutore dei lavori di restauro del 2002, che non tennero conto del rischio sismico per la struttura e per i 6 pilastri portanti dell’edificio. Trattasi di Fabrizio Cimino, 49 anni, ingegnere dell’Aquila e Fernando Melaragno di 61 anni, originario della provincia di Isernia. Udienza preliminare fissata al 19 gennaio 2011.

Via don Luigi Sturzo 39 (zona villa comunale): un solo indagato, Augusto Angelini, 84 anni, uno dei progettisti cui sono attribuiti presunti errori di calcolo strutturale che avrebbero comportato il collasso dell’edificio. Altre 4 persone da indagare sono decedute da anni. Venti i morti nel crollo, udienza preliminare per il giorno 8 aprile 2011.

Via don Luigi Sturzo 33: anche in questo caso l’udienza preliminare e’ per l’8 aprile 2011. Sette furono i morti il giorno del sisma.

Via Generale Francesco Rossi: tre indagati, gli ingegneri Diego De Angelis, che fu direttore dei lavori e amministratore del condominio, e Davide De Angelis, collaudatore, oltre al titolare dell’impresa che fece i lavori, Angelo Esposito. Il 2 febbraio 2011 la prossima udienza. 17 i morti nel crollo, tra i quali alcuni studenti universitari. Alla base della tragedia ci sarebbe la ristrutturazione del tetto ad inizi 2000, con un appesantimento della struttura ignorando le conseguenze di carichi maggiori in relazione al profilo di tenuta sismica dell’edificio.

Via XX Settembre 123: concluse le indagini preliminari, entro fine anno e’ attesa la richiesta di rinvio a giudizio o l’archiviazione. Cinque i morti nel crollo, unico indagato Leonardo Carulli, 85 anni, residente a Roma. Decedute altre due persone da indagare.

Ospedale San Salvatore: non ci furono morti nei crolli dell’ospedale, ma le immagini di alcune parti crollate, per una struttura di recente ultimazione, fecero molto scalpore dopo il sisma, con i molti disagi che ne conseguirono per la cura delle migliaia di feriti che non trovarono una struttura adeguata all’emergenza in corso. Concluse le indagini preliminari, entro fine anno e’ attesa la richiesta di rinvio a giudizio o l’archiviazione per i sei indagati, cui e’ contestato il reato di concorso in disastro colposo: Marcello Vittorini, direttore dei lavori dell’opera negli anni 70; Gaspare Squadrilli, redattore dei calcoli negli anni 70 e direttore dei lavori della struttura; Michele Tundo, direttore del cantiere della struttura dal 72 al 74; Domenico Ciccocioppo, e direttore del cantiere negli anni 73-79; Giorgio Innamorati, presidente della commissione di collaudo nominata il 29/11/79; Luciano Rocco, componente della commissione di collaudo. Altri indagati sono deceduti.

Facolta’ di Ingegneria: anche in questo caso non ci furono morti, poiché il sisma avvenne alle 3.32 di notte. Il procuratore capo della Repubblica, Alfredo Rossini, ha più volte indicato che se il terremoto fosse avvenuto in pieno giorno ci sarebbero potuti essere fino a 2 mila morti a causa dei crolli. Udienza preliminare fissata il 18 marzo 2011 per i sette indagati, per il reato di disastro colposo. Tre indagati hanno richiesto il giudizio abbreviato. La perizia disposta dal Gup ha confermato le stesse conclusioni delle perizie dei consulenti del PM.

L’Universita’ ha richiesto un risarcimento di oltre 9 milioni di euro complessivi, 5,6 milioni di euro per i danni patrimoniali e 4 milioni per i danni non patrimoniali di immagine, in particolare per le mancate iscrizioni dopo il crollo. Prima del sisma gli iscritti erano circa 27 mila, a fine novembre 2010 sono circa 23 mila.

RICHIESTE DI ARCHIVIAZIONE
Le prime richieste di archiviazione, in ambito penale, sono relative ai crolli di Campo di Fossa 6/B (23 morti) e Via Cola Amatrice (12 morti).

Tutti deceduti gli indagati, di conseguenza il PM ha richiesto l’archiviazione al Gip. Nel caso di Campo di Fossa c’e’ un’opposizione alla richiesta di archiviazione, al vaglio della decisione del Gip. È prevista un’azione civile risarcitoria contro gli eredi, come dichiarato dall’avvocato Fabio Alessandroni, che tutela i familiari di alcune delle vittime. Gli esiti delle consulenze tecniche affidate dal PM, come si legge dagli atti relativi alla richiesta di archiviazione, indicano peraltro come le indagini abbiano evidenziato che l’edificio in questione crollava, in occasione del terremoto del 6 aprile 2009, per gravi vizi di progettazione e per carenze costruttive.

Analoghe conclusioni nella perizia per Via Cola Amatrice, in cui il palazzo crollava per gravi vizi di progetto e gravi carenze costruttive, riferibili al direttore dei lavori, progettista, esecutore calcoli strutturali, committente dell’edificio.

INDAGINI IN CORSO
Via XX Settembre 79: nove i morti nel crollo, 7 gli indagati (oltre a 4 deceduti). In indagine preliminare e’ stato richiesto l’incidente probatorio da parte del PM, la perizia e’ ancora in corso. Fra gli indagati Francesco Laurini, 54 anni, residente a Rocca di Mezzo e Armido Frezza, 63 anni, dell’Aquila, amministratori della Societa’ Belvedere S.r.L., proprietaria e committente dei lavori di ristrutturazione, con demolizione e ricostruzione, in un preesistente edificio, del garage che avrebbe indebolito, favorendone il crollo, di un’ala dell’edificio. L’avvocato Nino Marazzita, che assiste gli amministratori della “Belvedere S.r.l.”, ha precisato in passato come la consulenza del Pubblico Ministero del 22.2.2010 abbia ritenuto che le cause del disastro in astratto siano da ricercare fra i soggetti, ormai deceduti, che hanno realizzato l’immobile («cedimento delle fondazioni, errori di progetto, errori costruttivi, materiali scadenti ed interventi errati di manutenzione») e che rispetto al vicino parcheggio sotterraneo realizzato dalla Societa’ Belvedere, i consulenti hanno ritenuto che «l’edificio crollato (…) non appare danneggiato dallo scavo» del parcheggio e che quindi l’effetto di tale opera «sia stato del tutto marginale».

Via Poggio S.Maria (sotto Villa Gioia): in questo caso, in cui sono morte 15 persone, sono in via di conclusione le indagini preliminari.

Via Gualtieri d’Ocre: indagini ancora in corso per questo crollo in cui ci furono alcuni morti.

di Patrizio Trapasso