Ci sorprende la risposta e la reazione dell’ex Prefetto dell’Aquila, Franco Gabrielli, attuale Capo della Protezione Civile. Il dossier, pubblicato integralmente sul sito di Libera, non contiene alcun attacco all’operato della Prefettura. Il dossier pone piuttosto sotto la lente di ingrandimento l’operato della Protezione Civile ed evidenzia inoltre come gli strumenti di contrasto previsti nel Decreto Abruzzo (insieme al Progetto Case) non siano stati attivati per tempo”. Cosi’, in una nota, l’associazione ‘Libera’ risponde a quanto affermato dal Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli sulla ricostruzione in Abruzzo.
L’associazione contro le mafie porta ad esempio il caso della tracciabilita’ dei flussi finanziari e l’istituzione della cosiddetta ‘white list’ (quella delle ‘imprese oneste’ cui possono rivolgersi i soggetti aggiudicatari per il conferimento di subappalti) che, sottolinea, ”sono entrati in vigore solo nel settembre del 2010, cioe’ a lavori del Progetto C.a.s.e. finiti da mesi”.
Si ricorda poi che Libera, e’ presente ed opera in Abruzzo ”prima dell’arrivo del Prefetto Gabrielli, con progetti e percorsi nelle scuole, con iniziative con il mondo del volontariato”.
Si ribadisce, quindi, che ”ogni qualvolta abbiamo riscontrato incongruita’ o anomalie, le stesse sono state segnalate alle Forze dell’ordine. Anche sulla base di tali segnalazioni la Prefettura ha disposto accertamenti, inchieste e preso provvedimenti: questi sono fatti. Non vediamo quindi di cosa il Prefetto si possa dolere.
LE DICHIARAZIONI DI FRANCO GABRIELLI: RISPETTATA LEGALITA’. IL RESTO SONO PAROLE
”Non ho mai fatto passi indietro sulle esigenze di controllo, questi sono fatti con la F maiuscola, monumenti che non vengono scalfiti ne’ da dossier ne’ da inchieste”. Con queste parole il Capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha commentato il dossier di ”Libera”, su ipotetiche infiltrazioni mafiose durante le fasi di ricostruzione dopo il terremoto che ha colpito l’Abruzzo il 6 aprile del 2009.
”Le cose – ha spiegato Gabrielli a margine della presentazione del rapporto ‘Ecosistema a rischio’ di Legambiente – le ho dette chiare fin dal primo momento e sfido qualsiasi dossier a dimostrare che dal 7 aprile 2009 al 14 maggio 2010 le informazioni arrivate al Prefetto de L’Aquila non siano state immediatamente rimbalzate alla direzione nazionale antimafia e alle forze di polizia. Se c’e’ qualcuno che mi dimostra il contrario sono disposto a rispondere e, se vengo preso in castagna, anche a dimettermi”.