Quindici milioni di euro da destinare ai familiari dei tre minorenni, morti a seguito del crollo del Convitto nazionale ed anche ai familiari di altre vittime del devastante sisma del 6 aprile del 2009.
E’ quanto intende fare Livio Bearzi, preside del Convitto nazionale, rinviato a giudizio insieme a Vincenzo Mazzotta, dirigente provinciale per la morte dei tre giovani studenti. Assistito dall’avvocato Paolo Enrico Guidobaldi del Foro di Roma, Bearzi ha deciso di costituirsi parte civile nell’udienza preliminare di dopo domani che vede tra i banchi degli indagati i referenti della Commissione grandi rischi che si riuni’ in citta’ per valutare lo sciame sismico in atto.
Si tratta di: Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce. Secondo l’avvocato Guidobaldi, il proprio cliente sarebbe stato tratto in inganno proprio dalle dichiarazioni rese dagli indagati della Commissione grandi rischi, una settimana prima dell’evento catastrofico.
Rassicurazioni che avrebbero influito sulle scelte adottate da Bearzi che si sarebbero tradotte a causa dell’evento e dopo le indagini della Procura in comportamenti omissivi anche per Vincenzo Mazzotta. I due indagati dovranno comparire il 28 gennaio 2011 dinanzi il Tribunale.
Si tratta del primo processo per i crolli in seguito al terremoto. In sostanza il preside non avrebbe mai sottoposto la vecchia struttura ai restauri. Inoltre non sarebbe mai stato redatto un piano per la sicurezza. A Mazzotta sono mosse contestazioni simili.
Tra le accuse al preside anche il fatto che sarebbe stato opportuno, dopo le due scosse che precedettero la catastrofe, far evacuare l’edificio. Nel crollo sono morti Luigi Cellini, 15 anni, originario di Trasacco (L’Aquila), Ondreiy Nouzovsky (17) e Marta Zelena (16), entrambi cechi. Un quarto giovane rimase invece gravemente ferito.