Il prefetto de L’Aquila, Giovanna Iurato, ed il marito, Giovanni Grazioli, sono stati convocati oggi (1 dicembre, ndr) in procura a Napoli rispettivamente in qualita’ di indagata e di persona informata dei fatti nell’ambito dell’inchiesta sui presunti appalti illegali per la cittadella della sicurezza. Entrambi si sono avvalsi della facolta’ di non rispondere.
La Iurato, sino a pochi mesi fa alto dirigente del ministero dell’Interno, e’ accusata di concorso in turbativa d’asta: avrebbe fatto in modo che ad aggiudicarsi uno degli appalti fosse la societa’ Elsag-Datamat del gruppo Finmeccanica di cui il marito e’ manager.
Il prefetto, che era accompagnata dal suo legale, avvocato Claudio Botti, nel corso del precedente interrogatorio, che era stato poi interrotto con la contestuale contestazione del reato, aveva spiegato che il comparto della Elsag-Datamat che si era aggiudicato l’appalto e’ diverso da quello in cui lavora il marito, che peraltro era manager della Datamat prima che avvenisse la fusione con la Elsag.
L’appalto contestato riguarda il trasferimento del centro elaborazione dati della polizia dal quartiere Vomero a quello di Capodimonte. Per la vicenda e’ indagato anche il vice capo della polizia Nicola Izzo. La decisione di non rispondere alle domande del procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e del pm Vincenzo D’Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli e’ stata presa dal prefetto Iurato su suggerimento del difensore, che ritiene “estremamente generiche” le contestazioni contenute nell’invito a comparire, in particolare l’espressione “palesi violazioni di legge”.