Scossi emotivamente dalla tragedia del terremoto dell’Abruzzo del 6 aprile 2009, ma non al punto da cambiare atteggiamento ed informarsi di piu’ sul terremoto e sulla sicurezza del luogo in cui vivono.
E cosi’ di fronte ad un rischio che interessa quasi il 70% della popolazione, gli italiani restano poco informati, molto fatalisti, poco inclini a prendere provvedimenti concreti per rendere sicura la propria abitazione, in particolar modo al Sud.
E’ la fotografia di come studenti e genitori vivono e fronteggiano il rischio sismico, quella che emerge dalla II Indagine su ”Conoscenza e percezione del rischio sismico”, presentata da Cittadinanzattiva e Dipartimento della Protezione Civile, in occasione della VIII Giornata nazionale della sicurezza scolastica che si svolge oggi in oltre 5mila scuole.
L’indagine (disponibile sui siti web www.cittadinanzattiva.it e www.protezionecivile.it) e’ stata realizzata attraverso questionari rivolti a 4.411 studenti di scuole superiori di primo e secondo grado e 2.490 genitori.
178 le scuole coinvolte, appartenenti a 18 regioni (tutte ad eccezione di Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige) e 77 province. Essa presenta dati nazionali e focus relativi a 6 delle 18 regioni coinvolte: due del Nord (Piemonte e Lombardia), due del Centro (Toscana e Lazio) e due del Sud (Calabria ed Abruzzo).
”Genitori e studenti conoscono i comportamenti corretti da tenere a casa e scuola in caso di evento sismico e cio’ indica quanto produttive siano le iniziative di prevenzione e quanto sia importante proseguire ed estendere tali attivita’ a tutti i cittadini” afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva, ”tuttavia i cittadini mostrano di non conoscere il Piano comunale di emergenza, ne’ le condizioni di sicurezza della casa in cui vivono o della scuola che frequentano.
Per questo riteniamo non piu’ rinviabile: l’obbligo per tutti i Comuni del Piano di emergenza e della sua diffusione tra i cittadini e la messa in sicurezza delle scuole, a cominciare da quelle situate in zone ad elevato rischio sismico”.
Di fronte ad un terremoto (evento vissuto dal 39% degli studenti e dal 62% dei genitori intervistati) gli italiani provano paura e confusione. Sono soprattutto gli adulti a mostrare paura (50% rispetto al 37% degli studenti) e a scappare dall’edificio come prima reazione all’evento (37% contro 18%). La paura la fa da padrona soprattutto al Sud: la provano come sentimento principale il 56% dei genitori calabresi e il 52% degli studenti della stessa regione.
I genitori sembrano piu’ informati dei propri figli mostrando di possedere maggiori conoscenze relativamente al terremoto.
Ad esempio: il 51%% dei genitori afferma correttamente che il terremoto non si puo’ prevedere ma si puo’ determinare la pericolosita’ di una zona, a fronte del 38% delle risposte esatte fornite dagli studenti, anche se sono molto alte le percentuali di coloro che affidano la previsione degli eventi sismici ai sismografi (36% ragazzi, 32% genitori) o agli animali (13% ragazzi, 8% genitori).
Elevato il livello di fatalismo: il 44% dei genitori e il 40% dei ragazzi asseriscono che il verificarsi di un terremoto sia un evento del tutto casuale.
La regione che denota un livello di fatalismo piu’ elevato nei ragazzi risulta essere la Calabria (il 47% risponde che il terremoto e’ legato al caso).