E’ finita davanti al Tar la diatriba tra il consigliere regionale dell’Idv Carlo Costantini, e Gian Michele Calvi, progettista e direttore dei lavori di realizzazione del Progetto CASE.
I giudici hanno infatti stabilito che Calvi deve fornire a Costantini i documenti relativi ai contratti di consulenza o collaborazione stipulati dal Consorzio Forcase nell’ambito del progetto dei moduli abitati per gli sfollati aquilani della protezione civile.
Documenti utili allo stesso Costantini per esercitare il suo diritto alla difesa, proprio dopo che Calvi lo ha trascinato m tribunale perché si e’ sentito diffamato da alcune affermazioni dell’esponente dell’Idv (ha chiesto 2 milioni di euro per il risarcimento danni) in merito alla mancata trasparenza e ai costi della ricostruzione aquilana.
Leggi qui La sentenza del TAR del 08/11/2010
Il comunicato di Costantini:
“‘Un conto sono le promesse di Brunetta, Bertolaso, Chiodi, Cialente e gli altri; un conto sono i fatti. Ed i fatti rivelano che sulla gestione dei fondi per l’emergenza e la ricostruzione dell’Aquila l’allergia alla trasparenza e’ diventata una vera e propria epidemia”.
E’ quanto sostiene questa sera il Capogruppo Idv in Consiglio regionale Carlo Costantini ‘‘Il Sindaco dell’Aquila– prosegue Costantini- ha negato solo pochi giorni fa a Consiglieri Regionali dell’Italia dei Valori l’accesso ad atti relativi a vizi e difetti di realizzazione del “Progetto C.A.S.E.” accertati dai propri Uffici tecnici (nonostante fossero ampiamente pubblicati per stralci sui piu’ diffusi quotidiani nazionali).
L’ideatore del medesimo progetto, invece, ha accusato di diffamazione chi, in un simile contesto, ha esercitato il proprio diritto/dovere di critica politica, gli ha chiesto 2.000.000,00 di euro di danni, ha rivendicato la correttezza del proprio operato in tutte le sedi (anche davanti ai Giudici ai quali si e’ rivolto per sostenere le proprie accuse di diffamazione), ma poi quando qualcuno gli ha chiesto di vedere le carte, quantomeno per verificare se quello che ha detto a parole corrispondeva ai fatti, gli ha risposto “non se ne parla nemmeno!”.
In questo contesto, nonostante si parli di cifre complessive di miliardi di euro, si poteva far finta di niente, si poteva accettare il sentimento di rassegnazione che ormai pervade gran parte della stessa opinione pubblica aquilana e ci si poteva occupare di altro che non disturbasse i manovratori; oppure si poteva decidere di sacrificare i pochi spazi personali rimasti a disposizione (ed anche denaro), alla ricerca di una verita’ che, nel bene o nel male, interessando le modalita’ di gestione di una quantita’ enorme di denaro dei contribuenti, e’ una verita’ che deve appartenere a tutti i cittadini. Io – e con me tutta l’Italia dei Valori abruzzese – ho deciso di non rassegnarmi ed il Tribunale Amministrativo dell’Aquila ha deciso di darmi ragione.
E’ un segnale di fiducia per tutti quelli che – rappresentanti dell’informazione ed esponenti politici – faticosamente, tra difficolta’ e veti di ogni genere, che spesso appaiono insormontabili, rivendicano tutti i giorni il diritto dei cittadini a sapere come vengono spesi i loro soldi e soprattutto in quali tasche vanno a finire”.