Questi politici giocano a coprirsi vicendevolmente e trasversalmente. L’uno sa che difendendo l’operato dell’altro potra’ ricevere la stessa solidarieta’.
E’ il j’accuse di Carlo Costantini, capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale d’Abruzzo, che, insieme al vice Cesare D’Alessandro e ad altri Consiglieri regionali dipietristi, ha annunciato stamane il ricorso alla Procura della Repubblica per il diniego del Comune dell’Aquila all’acquisizione della ”Relazione sullo stato dei fabbricati del progetto CASE”. ”Questo fatto – ha detto Costantini – e’ di una gravita’ inaudita. Un documento che i quotidiani hanno avuto modo di vedere e commentare e del quale la Protezione civile ha confermato l’esistenza, d’un tratto scompare. A questo punto c’e’ necessita’ di interrogarsi su cosa stia succedendo”.
Per Costantini questi atteggiamenti omertosi sono il ”preludio al disastro, perche’ quando ai cittadini viene imposto di fidarsi in maniera fideistica, vuol dire che non c’e’ piu’ democrazia, ma il regime”. Da qui l’appello di Costantini ”a riunirsi ed agire per sovvertire questa distorta concezione della politica”.
‘Ogni diniego all’acquisizione di atti che, per legge, devono essere accessibili ai cittadini (vale anche per gli atti ‘interni’ delle pubbliche amministrazioni) non fa altro che ingenerare dubbi e sospetti sul corretto agire di persone ed organi – ha osservato ancora Cesare D’Alessandro – Il clima di sfiducia non giova al futuro della citta’ dell’Aquila”. Il Consigliere IdV ha contestato anche la ”semplicistica giustificazione” addotta dal Comune del capoluogo, secondo cui quella relazione sarebbe stata rimessa al Consorzio Forcase (general contractor, progettista, di fatto stazione appaltante, direttore dei lavori e soggetto che procedera’ alla nomina dei collaudatori): ”il controllo sul controllore che avrebbe dovuto vigilare su tutto risultera’ rimesso al controllato, dopo aver impedito ai cittadini, ed a chi istituzionalmente li rappresenta, di leggere i contenuti del rapporto”.
D’Alessandro ha lanciato ancora una stoccata: ”Qualcosa in questo concetto di democrazia non funziona. Il cittadino e gli eletti sono obbligati a fidarsi di tutto quello che una sola parte politica gli racconta. Prendere o lasciare”.
Rendendo nota, dunque, l’intenzione di ”agire in sede civile e penale”, i Consiglieri IdV hanno amaramente concluso: ”Nel momento che questi comportamenti hanno contaminato tutti, anche il Comune dell’Aquila, davvero viene da chiedersi come questa citta’ potra’ mai riavviare un percorso trasparente, partecipato, democratico di ripresa e sviluppo”.