Articolo da L’Unita’ del 10 settembre 2010
Se e’ vero che poi alla fine contano più i soldi di una macchia sulla fedina penale, stavolta s’annunciano all’orizzonte guai seri per la cricca e tutti i suoi soci. Danni per decine e decine di milioni di euro, un conto salatissimo che lo Stato protrebbe presto presentare a una lunga serie di pubblici funzionari, amministratori, professionisti con incarichi pubblici e imprenditori. La Procura della Corte dei Conti del Lazio contesta il danno erariale agli indagati dalla procura di Perugia nell’inchiesta Grandi Appalti. Oggetto dell’inchiesta sono tutti i Grandi Eventi gestiti dalla Protezione Civile finiti nel mirino degli investigatori fiorentini prima e perugini poi, dalle grandi opere per la celebrazione dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia ai Mondiali di Nuoto a Roma nel 2009 fino al G8, compreso il trasloco a L’Aquila.
Sotto la lente di ingrandimento della procura contabile anche un altro grande evento rimasto per ora escluso dagli accertamenti penali, la Louis Vitton cup, la gara velica ospitata alla Maddalena nel maggio scorso tra dubbi e sospetti. Appuntamenti internazionali di grande richiamo, con finanziamenti molto ricchi, tutti gestiti dalla Protezione Civile con procedure d’urgenza e riservate.
Un pool di magistrati. All’inizio dell’estate la procura di Perugia aveva trasmesso negli uffici di viale Mazzini, sede della magistratura contabile, tutte le carte dell’inchiesta penale su cui si e’ messo a lavorare un pool di magistrati contabili in cerca di sprechi. La collaborazione tra i pm perugini e la Corte dei Conti ha gia’ dato frutti maturi. I pm perugini Sottani e Tavarnesi hanno potuto iscrivere sul registro degli indagati l’ex ministro Lunardi e il cardinale Sepe proprio sulla base di una relazione contabile (invito a dedurre) del procuratore generale Mario Ristuccia in cui veniva messa in dubbio la necessita’ dei finanziamenti erogati dalla societa’ pubblica Arcus (quella che ha dato i cinque milioni di euro a Propaganda Fide senza averne i requisiti).
La questione «sprechi», risultato di un paese che vive di eterne emergenze, e’ da tempo un capitolo fisso delle relazioni annuali della Corte dei Conti. «In questo paese – disse a giugno Luigi Giampaolino appena nominato presidente – «manca il senso sacrale del pubblico denaro e c’e’ un patema morale, la corruzione, maggiormente avvertito oggi perche’ la crisi ha evidenziato come lo sperpero sia davvero un danno per l’interesse pubblico». Gia’ nel 2007 sempre la Corte dei Conti aveva puntato il dito sulla Protezione civile «mobilitata per manifestazioni addirittura programmate con largo anticipo e però sempre in nome dell’emergenza». Nel mirino la legge del novembre 2001 che affidava alla Protezione Civile di Guido Bertolaso la gestione non solo delle calamita’ naturali – alluvioni, terremoti e altri disastri – ma anche di tutti i Grandi Eventi grazie all’accesso ai fondi svincolati anche dal controllo del ministero dell’Economia.
Le carte dell’inchiesta penale sui Grandi Eventi hanno evidenziato, spiegano alla Corte dei Conti, «specifiche e concrete notizie di danno» per cui e’ possibile ipotizzare «responsabilita’ contabili ai danni del pubblico erario». Le norme sono state aggirate «in almeno sei delibere della Presidenza del Consiglio».
I responsabili sarebbero i funzionari gia’ finiti in carcere o indagati. Ma anche altre persone al momento non indagate che hanno avallato procedure illegittime e quindi sprechi. Qualche cifra, in difetto, per dare un’idea delle grandezza delle spese: 500 milioni sono stati consumati tra La Maddalena e L’Aquila per il G8; 177 milioni per le 11 grandi opere dell’Unita’ d’Italia; altri 5-6 milioni se ne sono andati in regate veliche, Vuitton cup (4) e a Trapani (2) per l’Unita’ d’Italia.