Caro Sindaco, ho condiviso con Te, nel 2007, il progetto di amministrazione del Comune dell’Aquila, credendo nella possibilita’ di cambiare in meglio ed a favore dei cittadini una politica troppo chiusa in se stessa.
Il cambiamento reale doveva (e secondo me dovrebbe ancora) passare attraverso scelte non condizionate dalla politica in tema di persone chiamate ad amministrare e a dirigere, perché sono le persone – e non i proclami – che fanno la differenza.
Nonostante le ottime intenzioni e l’enorme impegno che ti riconosco, quasi nulla e’ stato fatto in questa direzione e le risposte del Comune ai bisogni della gente sono ancora lontane dalla sufficienza.
Il sisma del 6 aprile 2009 ha tragicamente amplificato la distanza tra bisogni e risposte e l’abnegazione di molti non ha potuto – e non poteva – rimediare alle deficienze strutturali ed organizzative dovute sopra tutto ai vertici dell’apparato comunale.
Né si possono invocare a discolpa le indubbie carenze della Protezione Civile, bravissima nell’assistenza alla popolazione ma impreparata a gestire problematiche di così vasta dimensione come quelle generate da 70.000 sfollati e da 40.000 unita’ immobiliari danneggiate; doveva essere il governo locale a guidare e supportare le soluzioni a quelle problematiche, se ne avesse avuta la visione d’insieme e, sopra tutto, se avesse avuto la indispensabile conoscenza del territorio aquilano.
Non voglio certo addebitarti la colpa di carenze strutturali stratificate nel tempo, ma nessuna azione incisiva per rimuoverle e’ stata messa in campo né prima, né, purtroppo, dopo il sisma.
E Tu capirai certamente che rilevare i sintomi di una patologia senza focalizzarne le cause e senza individuare terapie efficaci non porta alla guarigione, anche se il medico ci mette l’anima e fa di tutto per alleviare le sofferenze del paziente.
Per quanto mi riguarda, ho provato in tutti i modi che conosco a spiegare e sollecitare le azioni “di base” necessarie ed ho tentato, al limite delle mie possibilita’, di surrogare le carenze conoscitive, ma con scarsi risultati.
A quanto detto devo aggiungere il senso di frustrazione che provo di fronte ai tempi secondo me assurdi di adozione di provvedimenti utili alla popolazione e che comportano impegni di spesa nulli o decisamente trascurabili. Analoga frustrazione provo nel partecipare ai Consigli comunali, nei quali l’ottica dei problemi della gente e’ troppo spesso oscurata dalle schermaglie procedurali, dai rimproveri incrociati sulla presente e sulle passate amministrazioni e da una deprimente, prolungata disattenzione di molti “eletti”.
A questo punto, non riuscendo ad incidere in modo significativo su niente di quanto detto sopra, mi sento corresponsabile dello stato delle cose, quindi non posso fare altro che dimettermi. Rassegno dunque, con la presente, formali ed irrevocabili dimissioni dal Consiglio comunale.
Come detto nel Consiglio comunale di ieri, reitero la mia disponibilita’ a collaborare gratuitamente con il Comune per quanto sono in grado di fare, se Tu ritieni utile la mia opera.
Cordialmente
Franco Colonna
(ex Consigliere comunale)