Lolli, Berlusconi e’ impazzito
“Il giorno dopo la visita dei parlamentari del Pd, che si sono messi a disposizione con spirito unitario e costruttivo per la risoluzione dei problemi del terremoto all’Aquila, Berlusconi impazzisce e, dopo sette mesi in cui si e’ totalmente disinteressato dei problemi della citta’, improvvisamente, in spregio di tutto ciò che stabiliscono le leggi e la Costituzione, vorrebbe imporre ‘l’occupazioné da parte della Protezione civile”.
Lo afferma il deputato aquilano del Pd, Giovanni Lolli, in riferimento alle dichiarazioni del presidente del Consiglio sul futuro della ricostruzione a L’Aquila. “Quello di cui c’é bisogno all’Aquila – aggiunge Lolli – e’ lo stesso che e’ stato fatto per le altre aree terremotate: norme certe, e finanziamenti certi, in cassa, ovviamente, non solo a chiacchiere. Tutto ciò si dovrebbe fare insieme, lasciando che le popolazioni e le loro rappresentanze istituzionali possano avere ruolo e protagonismo”.
Bindi, il premier occulta le sue responsabilita’
“E’ francamente inaccettabile questo, grave , tentativo di delegittimazione delle istituzioni locali ,da parte del presidente del Consiglio, sui ritardi nella ricostruzione post terremoto. Si e’ passati da un modello che non c’é ad un maldestro tentativo di occultare le proprie responsabilita’ “.E’ quanto afferma la presidente dell’assemblea del Pd Rosy Bindi. “Purtroppo – aggiunge – continua la violenza sugli aquilani che, di certo, non meritano tutto ciò. Ci chiediamo se i presidenti della regione e della provincia condividono questo annunzio di ‘commissariamento’ da parte della protezione civile o se intendono far valere, davvero, le ragioni dei cittadini chiedendo al governo il rispetto degli impegni assunti. E’ la prova che la visita dei parlamentari del pd ha colto nel segno sulle mancanze del governo centrale. Il premier prenda in considerazione la nostra proposta. Quello di cui c’é bisogno e’ una legge speciale per la ricostruzione de L’Aquila con la previsione di una tassa di scopo che consenta alle istituzioni locali di avere le risorse necessarie per la ricostruzione”.
Di Stefano, nuova colonizzazione. Non lo permetteremo. Pezzopane, disegno premeditato. Vogliono rimettere le mani sulla ricostruzione
“Berlusconi non pensi di ripulirsi la faccia per la seconda volta sulla nostra tragedia”. Così l’assessore comunale alla Ricostruzione Pietro Di Stefano ha commentato la notizia circa la decisione del presidente del consiglio di riportare all’Aquila la Protezione civile. “ È una vera e propria colonizzazione – prosegue Di Stefano – e gli aquilani sapranno respingerla. Il Comune sta lavorando con forza e determinazione, abbiamo chiesto chiarimenti normativi e sostegni economici e logistici. Nulla di questo ci e’ stato dato”. “Si tratta di un chiaro disegno – sono le parole dell’assessore alle Politiche abitative Stefania Pezzopane – Ora che gli aquilani sono riusciti, a proprie spese, a far conoscere all’Italia la verita’ sul loro terremoto e a ottenere qualche finanziamento, il governo vuole tornare a mettere le mani sulla ricostruzione. Gli enti locali non sono stati messi in grado di lavorare, avendo strumenti normativi e finanziari inadeguati. L’uscita di Berlusconi – conclude Stefania Pezzopane – e’ palesemente indice di un delirio di onnipotenza. Crede forse di essere il dittatore della Repubblica delle banane?”
Cialente: L’Aquila non e’ Kabul, si adombra nuova occupazione
“L’Aquila non e’ Kabul, si adombra una nuova occupazione”. Così il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente commenta la notizia circa la decisione del premier Berlusconi di riappropriarsi, come governo e protezione civile, della ricostruzione del capoluogo. “Le dichiarazioni del presidente Berlusconi – ha dichiarato Cialente – sul ritorno all’Aquila della Protezione civile per prendere in mano la ricostruzione, costituiscono un fatto gravissimo, che pone al Paese una questione democratica, morale e di trasparenza. Dopo sette mesi nei quali siamo stati abbandonati carichi di debiti, senza un centesimo, senza le abitazioni promesse per migliaia di aquilani e senza norme certe, ora che, dopo aver preso le manganellate, siamo riusciti finalmente ad avere almeno parte dei finanziamenti, si adombra una vera e propria occupazione. Ma L’Aquila non e’ Kabul. La ricostruzione la vogliono e la devono fare gli aquilani, tutti, che, mai come oggi, si riconoscono nelle istituzioni locali. Per il resto – conclude il sindaco Cialente – abbiamo gia’ subito a sufficienza, anche le botte. Mi appello per l’ultima volta al governo auspicando un recupero della ragionevolezza e, al contempo, faccio appello alle istituzioni democratiche del Paese. Lo ripeto: L’Aquila non e’ Kabul e gli aquilani non intendono pagare con un’occupazione l’aver portato anche nelle piazze la battaglia per i propri diritti”.