La Piazza del Teatro a L’Aquila e’ accessibile, cioe’ ci si va liberamente: e’ una delle Piazze messe in sicurezza. Vi si accede da un’unica strada (Via Veneto).
Così oggi, dovendoci recare al Convegno dal titolo “L’Aquila 2020, e poi?”, abbiamo percorso proprio quella strada.
Non ci volevo credere! Da lontano ho subito focalizzato le camionette della Polizia. Ho voluto sperare che fosse solo un incubo, ma quando siamo arrivati un cordone della Polizia ci impediva di passare.
Il signor Gizzi (che non so esattamente che ruolo ricopra, so solo che lavora in Regione) indicava chi poteva entrare e chi no. Con riconoscimento “occhiometrico” diceva: tu sì, sei invitato, tu no, non hai l’invito.
Ho più volte chiesto come mai non potessi raggiungere la Piazza, che caspita di ruolo ricoprisse il signor Gizzi, dove era l’ordinanza del Sindaco che impediva ai cittadini di raggiungere una piazza accessibile….. Nulla, se non parole vacue e facce scocciate, come a dire: “Oddio ancora questi, ma che vogliono?”
E noi siamo solo cittadini, per di più pacifici, che vogliono partecipare al processo di ricostruzione della citta’.
Comunque, dopo l’ennesima “ammuina”, siamo entrati in Piazza, poi al ridotto del Teatro e ci siamo seduti.
E meno male, altrimenti la sala sarebbe stata vuota.
Parla Chiodi (Commissario alla ricostruzione) che fa una gaffe meravigliosa. Parlando dei soldi per la ricostruzione e dovendo rispondere a chi dalla sala chiedeva dove fossero, si esibisce nella seguente performance: “ I soldi ci sono, si trovano sul mio conto corrente personale!!”
Tocca poi a Cialente (Sindaco) che incavolato nero si scaglia contro l’accoglienza riservata a noi cittadini e ancora De Matteis (vice Presidente del Consiglio Regionale) che si arrampica sugli specchi.
Poi gli esperti, bravi. Soprattutto Bonomi, Leon e Lampugnani. Per tutti e tre oggi, la prima volta a L’Aquila (SOB!).
Bonomi ha parlato del suo ruolo di mediazione nell’intento di ricreare un rapporto proficuo tra istituzioni e cittadini, insomma un invito all’ascolto.
Leon ci ha deliziato con le sue convinzioni e cioe’ la necessita’, attraverso una comunicazione corretta, di far capire alla nazione, all’Europa, che il territorio ha bisogno di un flusso costante di denaro e poi anche di una legge speciale. Ha parlato dell’opportunita’ per le professionalita’ locali di crescere con la ricostruzione e divenire il volano del futuro.
Lampugnani, sconvolto dalle condizioni dell’Aquila, ha parlato di decisioni da prendere riguardo a ciò che può essere recuperato e quello che dobbiamo abbandonare, attraverso, eventualmente, “inserti” nuovi. Così come la necessita’ di riaprire subito le Piazze e considerare questo enorme puzzle come risolvibile non con idee preconcette, ma attraverso un percorso. Percorso nel quale inserire anche la citta’ nuova (cioe’ le periferie) per farle a immagine della citta’ vecchia. Cioe’ vivibili.
Invito tutti a riflettere su quanto dicono i cittadini. Più o meno le stesse cose.
Per questo, avendo avuto la possibilita’ di leggere un comunicato durante la conferenza (MIRACOLO!!), abbiamo chiesto agli esperti di rapportarsi con noi: sembravano entusiasti. Chiodi, De Matteis e Fontana un po’ meno.
Infine mille domande da parte dei cittadini, tutte pertinenti: l’ordine degli architetti chiedeva come mai non era stato invitato. C’e’ stata anche la suora della Dottrina Cristiana (hanno avuto qualcosa come 700 milioni di Euro per i danni subiti dalla loro impresa) che ci ha rimproverato “gli aquilani sono stati molto dignitosi nell’immediato dopo sisma, ma ora proprio no”.
Ma c’e’ il coffee-break, divenuto un coffee-end.
Finito. Tutti a casa.
Non senza le ultime battute con il nostro Prefetto (e’ una donna). Dopo alcune precisazioni da parte mia, mi ha esortato ad essere collaborativa, a non allontanare nessuno dalla solidarieta’ con L’Aquila “Io non ho esitato a mettermi in ginocchio per poter ottenere qualcosa per L’Aquila”, mi ha annunciato con enfasi!
Messaggio chiaro: ringraziare, pregare, essere sudditi.
Senza preconcetti, venite in assemblea, e’ un’esperienza formativa difficile, forse l’unica: le idee ci sono e anche i progetti. C’e’ bisogno di tutti.