Per il p.m. un rinvio quasi opportuno. Il processo potrebbe essere trasferito a Campobasso.
E’ stata rinviata al 27 ottobre prossimo l’udienza preliminare per il filone della maxi inchiesta sui crolli del 6 aprile 2009 relativo al Convitto nazionale, dove sono morti tre giovani, Luigi Cellini (15 anni), Ondreiy Nouzovsky (17) e Marta Zelena (16).
Il Gup del tribunale dell’Aquila ha adottato questa decisione per un difetto di notifica al Convitto nazionale che come istituzione e’ stato citato per responsabilita’ civile. La Procura della Repubblica dell’Aquila ha chiesto il rinvio a giudizio per i due indagati, Livio Bearzi, preside del Convitto, e Vincenzo Mazzotta, dirigente della Provincia.
Le ipotesi di reato contestate sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni gravi, quest’ultimo capo passato da lesioni a lesioni gravi dopo l’integrazione richiesta dal Pm Fabio Picuti. Con il rinvio al 27 ottobre, si sapra’ qual e’ il pronunciamento della Suprema Corte sull’istanza di rimessione del processo con il trasferimento al tribunale di Campobasso, presentato dall’indagato Bearzi perché a suo avviso all’Aquila non ci sarebbero le condizioni per un dibattimento sereno ed equo.
Madre vittima: “Non ho più parole”
“Dopo quest’ultimo rinvio non ho più parole”. Così si e’ espressa Lucia Catarinacci, madre di Luigi Cellini, al termine dell’udienza preliminare sul crollo del Convitto nazionale dell’Aquila nel quale con il terremoto del 6 aprile e’ morto il figlio. La famiglia Cellini, come le altre parti, ha atteso lungamente l’avvio dell’udienza, poi risoltasi in pochi minuti per un vizio di notifica e rinviata al 27 ottobre.
“Non c’é veramente nulla da dire, speriamo solo che almeno qualcosa vada per il verso giusto” ha aggiunto la donna prima di lasciare l’aula accompagnata dall’avvocato Antonio Milo. Ha così commentato il rinvio, invece, il Pm Fabio Picuti: “Un rinvio quasi opportuno – ha detto brevemente – almeno attendiamo il verdetto della Cassazione e non celebriamo un processo che potrebbe essere inutile”.
Se infatti sara’ accolta l’istanza di rimessione presentata dai legali di uno degli indagati – il presidente del Convitto, Livio Bearzi – il processo sara’ spostato al Tribunale di Campobasso e il dibattimento dovra’ ripartire da capo. Il tal senso l’udienza della Suprema Corte e’ fissata al 27 settembre.