Il Consiglio comunale ha dedicato l’intera seduta del 16 ottobre alla discussione sui problemi di ordine e sicurezza pubblica, alla luce dei recenti episodi di criminalità registratisi con frequenza e gravita’ sempre maggiore in citta’.
Sono intervenuti il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, il prefetto dell’Aquila Francesco Alecci, il comandante della Polizia municipale Ernesto Grippo e i vertici delle forze dell’ordine. “Occorre potenziare il controllo del territorio – ha sottolineato il sindaco Cialente – e chiedere aumenti del personale addetto alla pubblica sicurezza.
La Polizia municipale ha un organico sottodimensionato che, alla luce delle trasformazioni tangibili del tessuto sociale e dell’aumento della criminalita’, ma anche del mutato assetto urbanistico con la nascita di nuovi quartieri, risulta costantemente in affanno. Come Amministrazione – ha proseguito Cialente – abbiamo sollevato il problema, da tempo, in tutte le sedi istituzionali opportune, chiedendo le risorse per assumere nuovi agenti. Stiamo lavorando, inoltre, per l’attivazione del servizio di videosorveglianza in citta’. Tuttavia – ha concluso il sindaco – il Governo deve aiutarci a fronteggiare la grave crisi economica, una vera e propria emergenza sociale, che affligge la citta’ a seguito del sisma. |
Solo attraverso soluzioni strutturali che vadano alla radice del problema, infatti, si potra’ davvero parlare di lotta alla criminalita’ e di prevenzione di quel disagio che la determina”. Al termine della discussione l’assemblea ha votato una risoluzione con la quale impegna il sindaco Massimo Cialente e l’Amministrazione comunale a “proseguire la strada, indicata nella sua relazione in Aula dal comandante di Polizia municipale, in termini di aumento del personale e della strumentazione, pur nel rispetto delle leggi vigenti, ad attivare turni di servizio notturni di Polizia municipale, compatibilmente con le esigenze di servizio, e ad installare telecamere di sorveglianza nei punti sensibili, indicati dal Comitato per l’Ordine e la sicurezza”.
Il documento impegna inoltre il primo cittadino e l’Amministrazione a “potenziare gli impianti di pubblica illuminazione, a intensificare, attraverso gli Uffici preposti, l’azione di controllo di tutti i cantieri presenti sul territorio e delle maestranze in essi impiegate, a procedere a un convenzionamento con tutte le forze dell’ordine per consentire l’impostazione di modelli di sicurezza integrata e, in particolare, il pattugliamento dei centri storici gravemente danneggiati e quotidianamente teatro di reati contro il patrimonio e a chiedere al Governo un potenziamento degli organici delle forze dell’ordine nella nostra citta’”.
Il comunicato di “L’Aquila che vogliamo”:
Sicurezza in città: teoria e pratica non si incontrano.
Al termine del Consiglio Comunale Straordinario di oggi, dedicato ai problemi di sicurezza legati a furti, rapine e azioni malavitose in città, a fronte del concreto e costruttivo contributo delle massime autorità istituzionali competenti (che qualche prurito hanno indotto nel Sindaco per le osservazioni al suo operato), dopo un confronto serio che ha visto protagoniste tutte le parti politiche e non partecipanti all’assise, è stato messo ai voti quello che doveva essere lo strumento amministrativo adeguato a quanto rilevato e discusso.
Purtroppo però il frutto di tanto buon lavoro è stato meschinamente condizionato quando, appena usciti dall’aula i rappresentanti delle autorità intervenute, si è innescato in modo volgare e irrispettoso il classico gioco delle parti che, ancora una volta, ha fatalmente disconnesso la piccola politica dal problema in questione e quindi dai cittadini.
In questo clima, che aveva a che fare più con una farsa che con una assise di governo cittadino, si è arrivati alla votazione con distrazione e disinteresse; ciò ha irrimediabilmente finito per incidere, oltre che sull’etica e sull’estetica del luogo democratico, sui contenuti del documento che ovviamente è il risultato confuso e privo di efficacia di questo contesto.
Per questi motivi L’Aquila che Vogliamo, attraverso il suo rappresentante in Consiglio Communale il Dott. Vincenzo Vittorini, non ha potuto, suo malgrado, concludere degnamente, con il voto, il lavoro fatto per tutta la giornata. Non è stato possibile avallare un documento che ha stravolto in modo becero tutto il ben fatto.
Questi sono i motivi per cui L’Aquila che vogliamo ha deciso di rimanere in aula per il voto e di astenersi palesemente dall’approvazione di un atto ormai redatto solo per l’apparenza e privo di ogni utilità pratica.
L’Aquila che vogliamo